Nuove linee con battelli e bus elettrici
MESTRE. Nel Documento unico di programmazione del Comune, che va al voto del consiglio comunale fissato per giovedì a Venezia, sono indicate genericamente con la dicitura “Nuove linee di trasporto strategiche”. Segno che la giunta Brugnaro continua a studiare la organizzazione di nuove linee di trasporto pubblico per ridurre il peso degli arrivi quotidiani che si concentrano su piazzale Roma, grande interscambio per tram e autobus, che rischia di scoppiare.
Ressa di pendolari. Del resto si scopre che sono 45 mila le persone che ogni giorno si spostano dalla terraferma al centro storico per lavorare e studiare. Unsando i mezzi pubblici. E ora il Comune studia altri collegamenti, alternativi a piazzale Roma, e soprattutto via acqua.
Trasporti acquei. L’assessore alla mobilità Renato Boraso ne aveva parlato a pochi mesi dalla nomina con la giunta Brugnaro. Avm è stata incaricata di preparare due studi di fattibilità per collegare Mestre e Venezia, via acqua. Un sogno antico che potrebbe concretizzarsi con la realizzazione di due linee di trasporto acqueo: la prima dal Canal Salso, all’imbocco di piazza XXVII Ottobre, fino alle Fondamente Nuove (alternativa possibile, San Giobbe), con un collegamento acqueo e fermate a Forte Marghera e San Giuliano. La seconda linea proposta è quella dal Montiron, tra Ca’ Noghera e Portegrandi a Burano. Un collegamento via vaporetto con Venezia è anche nel piano del T2, il terminal a fianco del Marco Polo. Ma ha altri tempi e percorsi.
Due tracciati allo studio e di cui solo ad inizio 2018, se ne comprenderà la reale praticabilità. «Al momento abbiamo una sola certezza, ovvero che per attivare queste due linee serviranno nuovi tipi di imbarcazioni, più piccole degli attuali vaporetti utilizzati da Actv che non riescono, questo è certo, a girarsi sul Canal Salso a Mestre», precisa l’assessore Boraso. «Noi non abbiamo abbandonato questa ipotesi perché è necessario prevedere delle linee di trasporto che siano alternative all’arrivo a piazzale Roma. E resto convinto che una parte dei 45 mila pendolari che ogni giorno si muovono tra Mestre e Venezia saranno interessati ad una linea acquea tra le due parti della città».
Fusina. Strategico resta, continua Boraso, il potenziamento dei servizi di trasporto dal terminal di Fusina.
Bus elettrici. Ma l’assessore torna anche su un’altra idea: la realizzazione di una linea di trasporto tra piazzale Cialdini e San Basilio. Non certo con un prolungamento del tram. «No, vorremmo farla con i bus elettrici», dice Boraso.
«Anche questa ipotesi, collegata a parcheggi di attestamento, può dare una vera risposta alle necessità di questi 45 mila pendolari e anche sgravare dalla pressione piazzale Roma». Insomma, anche la giunta di centrodestra ragiona sulla differenziazione degli accessi alla città storica, tema fondamentale anche per la gestione del turismo. Da tempo Brugnaro ha dato mandato ad Avm di acquistare 60 bus elettrici. Di questi, 25 dovrebbero andare al Lido. Altri potrebbero collegare Mestre a San Basilio, conferma ora l’assessore Boraso.
Accordi con il Porto. Ma l’assessore spiega che va superato uno scoglio: «Le precedenti giunte si erano accordate per una sorta di ticket da versare al Porto per il passaggio del tram nei terreni di Santa Marta. Circa 250 mila euro di concessione annuale. Ora spero che il dialogo tra Brugnaro e Musolino porti a cancellare questa spesa. San Basilio non è che si trova su Marte. È parte di Venezia».
Quei fondi cancellati. I non disattenti ricordano che a San Basilio hanno già guardato le amministrazioni di centrosinistra, prolungando il tram. Ipotesi, portata avanti dall’ex assessore Ugo Bergamo che ottenne un finanziamento di 16 milioni di euro a cui però la giunta fucsia ha rinunciato. Soldi a cui ora guarda Brugnaro che li ha richiesti al Ministero per sistemare piazzale Roma con un capolinea più decoroso e regolare i flussi pedonali.
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