Nuove lettere dell’Inps «Dovete ridarci soldi»
Lettere dell’Inps, infuria la polemica a San Donà. Dopo il caso di una pensionata che si è vista recapitare una lettera con la richiesta di restituzione di 972 euro per un errato calcolo nel periodo dal 1998 al 2002, adesso si aggiungono altri casi in città.
L’assessore comunale Luigi Trevisiol, che ha raccolto la prima protesta della pensionata, lancia un appello a tutti i cittadini: «Vengano in Comune a segnalare i loro casi, che pare stiano aumentando di giorno in giorno. Mi è appena giunta la notizia di una signora che dovrebbe restituire addirittura tremila euro. Si tratta spesso di situazioni già difficili. Quando avremo un quadro preciso di tutte le situazioni e persone che hanno ricevuto la richiesta di restituzione dei soldi, potremo invocare una verifica da parte dell’Inps».
Ieri è stato segnalato un altro caso, quello di Giuseppe Sartorello, di San Donà. «Ho ricevuto anch’io un lettera dell’Inps», spiega, «con richiesta di restituzione di 987 euro. Si è trattato di una missiva sgradevole e offensiva nei modi e nei termini. Mi si comunicava che avevo un “debito nei confronti dell’Inps”, senza alcuna spiegazione di merito e che sarebbe stato trattenuto in quattro rate a partire da novembre. Lettera arrivata a una decina di giorni dalla scadenza della prima rata. Faccio notare che 987 euro diviso 4 mesi è pari a 246,75 al mese. In realtà al primo di novembre mi sono stati trattenuti 318 euro, quindi 71,25 euro in più. Sono stato all'Inps e mi hanno detto che avevo segnalato io stesso all’Ente, il 24 settembre, di non avere più figli a carico. Assolutamente non vero. Alle mie rimostranze, hanno detto che avrebbero sistemato tutto, restituendomi anche la prima rata trattenuta di 318 euro. Invece la rata trattenuta di 318 euro, mi è stata restituita per 246,75 euro, quindi 71,25 in meno».
Intanto l’Inps fornisce la sua versione dei fatti riguardo al primo caso della pensionata. «A quella pensionata» spiega la direzione regionale, «era già stato notificato in data 16 dicembre 2002 lo stesso indebito per ricalcolo dall’1/1/’98 al 30/11/2002 della pensione di reversibilità ai sensi della L.335/95 (per superato limite di reddito). In data 9/9/2005 si era provveduto ad un nuovo sollecito».
«In entrambi i casi, scrive l’Inps, la signora non ha dato riscontro, pertanto in data 25 novembre 2013 l’Istituto ha riemesso la stessa richiesta di restituzione così come previsto per legge. Risultano pertanto del tutto fuori luogo le affermazioni dal chiaro sapore demagogico formulate dall’assessore Trevisiol, fatte peraltro senza conoscere la realtà dei fatti, sono undici anni che l’Istituto segnala alla pensionata il debito senza mai avere risposta e questa è la terza lettera di sollecito».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia