Nuova tecnica per diagnosticare e curare infezioni agli occhi

Scoperta da un'équipe dell’ospedale Civile  Santi Giovanni e Paolo

VENEZIA. A Venezia, oculisti ed esperti di laboratorio hanno introdotto insieme una nuova tecnica diagnostica. E la nuova metodica, premiata al Congresso nazionale di “NewMicro” come il lavoro scientificamente e tecnologicamente più innovativo, consente ora di diagnosticare e curare al meglio le infezioni corneali più ostiche. La nuova procedura permette di riconoscere in breve tempo le infezioni corneali dovute alla presenza di funghi. «Con questa nuova tecnica», spiega il primario di Oculistica, Antonella Franch, «a Venezia e in Fondazione Banca degli Occhi del Veneto stiamo dando una risposta nuova ed efficace a pazienti con infezioni, da lenti a contatto e di altra origine, che non guariscono con la terapia convenzionale, o che presentano una cheratite. Già da tempo, per la ricerca di queste infezioni oculari difficile da diagnosticare, ricorriamo insieme all'Anatomia patologica di Venezia, guidata dal dottor Donisi, alla metodica PCR (Polymerase Chain Reaction). Ora abbiamo costruito una nuova collaborazione con l’Unità Operativa di Diagnostica molecolare: l’équipe guidata dal dottor Mosè Favarato procede ad un’analisi molecolare per la ricerca di funghi analizzando scraping corneali, cioè piccoli prelievi di materiale infetto sulla cornea. Riusciamo quindi in poco tempo e con certezza a sapere quale organismo è implicato nell'infezione, e a combatterlo in modo specifico. Questa nuova metodica per la diagnosi di cheratiti fungine è già stata usata con una ventina di utenti, e ha portato enormi benefici per il paziente che, nel caso risulti positivo, riceve prontamente la corretta terapia». «Il Laboratorio di Diagnostica molecolare di Venezia è tecnologicamente avanzato», sostiene Mosè Favarato, «ed è in grado di analizzare qualsiasi microorganismo e difetto genetico: la collaborazione con l'Oculistica è cominciata con le cheratiti fungine, ma abbiamo intenzione di aumentare le possibilità diagnostiche di altre cause, sempre con l'analisi del Dna».

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