Nuova tecnica contro i tumori
Mirano. In ospedale arriva l’elettrochemioterapia con un team tra più reparti

MIRANO. A Mirano arriva L’elettrochemioterapia: una cura palliativa per alcuni pazienti oncologici. Terapia introdotta nell’Usl 3 dagli otorini, in seguito è stata anche adottata dai medici chirurghi. È una tecnica nuova, nata come cura palliativa per alcune forme tumorali non trattabili chirurgicamente o con chemio-radioterapia, come per esempio forme tumorali al cavo orale, lingua, orofaringe, linfonodi metastatici, mucose, e per tumori cutanei, sia primitivi che metastatici. Una terapia che nel tempo si è rivelata efficace tanto da risultare, per alcuni casi selezionati e per tumori a bassa malignità, curativa. «Nei casi in cui non vi siano ulteriori opzioni terapeutiche», hanno spiegato i medici, «questa terapia può essere una valida cura palliativa che migliora la qualità di vita. Aiuta a far regredire le lesioni sulla pelle o in mucose aggredibili, che alcune volte sono importanti per volume e consistenza, tanto da essere causa di dolore, ulcere, sanguinamenti. Ci sono casi in cui abbiamo, ad esempio, evitato l’amputazione dell’arto inferiore, che avrebbe significato per il paziente un ulteriore trauma».
La nuova terapia è arrivata nell’ospedale di Mirano quattro anni fa, grazie al coordinatore interaziendale della provincia di Venezia Orl, Roberto Spinato e al primario di Oncologia Giuseppe Azzarello. Con l’elettrochemioterapia il paziente viene selezionato, a seconda di dove è localizzato il tumore, poi si opta per una anestesia generale o locale. Al paziente viene iniettato per endovena, con una flebo, un farmaco chemioterapico. Dopo qualche minuto si interviene applicando sull’area interessata una serie di elettrodi che, attivati, formano un campo elettrico di modo che il farmaco venga attirato e concentrato sul tumore. L’intervento è localizzato e dura dai 10 ai 40 minuti, secondo la dimensione della massa tumorale.
(s.bet.)
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