Nuova gara con ribasso Il Pd: «Ravà se ne vada»

Dal 15 al 18% in meno rispetto al primo bando, Borghello contesta il direttore «Ce l’hanno con me perché non ho assunto il coordinatore del partito del Lido»
Di Enrico Tantucci
Derossi Venezia 17.01.2011.- Nuovo Presidente del Casinò di Venezia Sandro Parenzo nella foto con il direttore Vittorio Ravà.- Interpress Derossi Venezia 17.01.2011.- Nuovo Presidente del Casinò di Venezia Sandro Parenzo.- Interpress - Sandro Parenzo e Vittorio Rava' ieri al Casino'
Derossi Venezia 17.01.2011.- Nuovo Presidente del Casinò di Venezia Sandro Parenzo nella foto con il direttore Vittorio Ravà.- Interpress Derossi Venezia 17.01.2011.- Nuovo Presidente del Casinò di Venezia Sandro Parenzo.- Interpress - Sandro Parenzo e Vittorio Rava' ieri al Casino'

La gestione del Casinò sarà nuovamente messa in gara - dopo la prima andata a vuoto - con un ribasso tra il 15 e il 18 per cento, che significherà per le casse del Comune circa 20 milioni di euro in meno rispetto ai 500 milioni preventivati nell’arco trentennale della concessione ai privati, ma il Partito Democratico chiede al sindaco, come garanzia del buon esito, questa volta, del bando, che sia rimosso il direttore generale e amministratore delegato Vittorio Ravà, “colpevole” di aver sparso un ottimismo rivelatosi infondato sull’esito positivo del bando. L’interessato non ci sta e replica accusando il partito di maggioranza di pressioni indebite nel tempo sulla casa da gioco a cui lui invece, nella sua gestione, avrebbe “resistito”.

«Non chiediamo la rimozione di Ravà», commenta il capogruppo del Pd Claudio Borghello, dopo la riunione di maggioranza con il sindaco dove in molti hanno formulato la richiesta, «per la sua gestione di questi anni della casa da gioco, perché siamo consapevoli che il Casinò aveva già da prima una situazione debitoria pesante, oltre a contare gli effetti della crisi economica, come le altre case da gioco. Gli si può rimproverare forse un’eccessiva prudenza nella gestione, ma se avesse speso, generando debito, sarebbe stato peggio. Il cambio di passo che chiediamo riguarda invece proprio la gestione della gara per la cessione della gestione. C’è un advisor Kpmg, pagato profumatamente, che ha fissato un prezzo per la gestione rivelatosi poi troppo alto. E c’è un direttore generale che fino al giorno prima continuava a ripetere che il bando sarebbe andato a buon fine e poi invece è andato deserto. Ora il sindaco e la Giunta propongono una nuova gara a prezzo ribassato, ma se daremo ad essa il via libera - e non è possibile fare altrimenti, perché le alternative sarebbero un centinaio di licenziamenti di dipendenti della casa da gioco, con contratti di solidarietà, o la vendita di Ca’ Vendramin Calergi per ridurre il debito della società - vogliamo essere certi che non vada nuovamente deserta, per vedere poi un privato farci un’offerta a ulteriore ribasso a trattativa privata. Per questo chiediamo un cambio di passo, con un nuovo direttore generale».

«Io sono tranquillo sul mio operato, sempre concordato con il sindaco», replica Ravà, «e non era possibile fare di più, a meno di non fare credito ai giocatori o abbassare le vincite alle slot-machines, cose che mi sono rifiutato di fare. Non abbiamo avuto risorse per investimenti, abbiamo un debito pregresso di 179 milioni e circa 10 milioni di debiti da pagare ogni anno tra il mutuo per l’affitto di Ca’ Vendramin Calergi, le royalties sul marchio e il credito con la Biis, sempre per la sede veneziana. La gara per la gestione? Quelli che ora dicono che il prezzo è troppo alto sono gli stessi che prima gridavano alla svendita e il prezzo è stato ulteriormente rialzato proprio dal Consiglio comunale. Il problema è - come in questo caso - quando il pubblico si confronta con il mercato. Il Pd non mi ama perché da quando ci sono io, non si verifica più che il coordinatore del partito del Lido, poco prima della nomina, venga assunto dalla casa da gioco eludendo il blocco delle assunzioni, come è avvenuto prima del mio arrivo. O perché anche quest’anno ho detto no a una richiesta di sponsorizzazioni per 400 mila euro. Forse avrei dovuto dire qualche sì in più per essere maggiormente apprezzato...».

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