Albergatore “bloccato” dalla corsa ciclistica: «Sequestrato nel mio hotel, chiederò i danni»

Maurizio Trevisiol denuncia di essere rimasto isolato con ospiti e staff nell’hotel Villa Leon d’Oro a causa della chiusura stradale per il Memorial Pezzuto. Tensione con gli organizzatori, chiamati vigili e carabinieri

Giovanni Cagnassi
Le transenne che impedivano l'uscita dall'hotel
Le transenne che impedivano l'uscita dall'hotel

Albergatore “sequestrato” nel suo hotel con gli ospiti chiama vigili e carabinieri: «Chiederò i danni per i disagi e le perdite subite, quanto accaduto è gravissimo».

Maurizio Trevisiol, albergatore, cavaliere ufficiale della Repubblica, delegato nazionale di Forza Italia, è protagonista (suo malgrado) di una protesta ieri pomeriggio nella cittadina in cui si è svolto il memorial ciclistico Pezzuto.

Via Romanziol e il centro sono stati chiusi al traffico e disposte le transenne a bordo strada. Risultato, la totale chiusura dell’ingresso al park hotel Villa Leon d’Oro, una delle due strutture ricettive in centro a Noventa, assieme all’hotel Leon d’Oro, di proprietà di Trevisiol.

Nell’ordinanza della polizia locale era precisata la sospensione del traffico e il divieto di sosta con rimozione dalle 12.30 alle 18 in via Romanziol, tra l’incrocio con via Galilei e via Calnova. L’atmosfera si è surriscaldata quando l’albergatore sandonatese ha avuto un alterco con alcuni organizzatori.

A quel punto, ha chiamato il sindaco Claudio Marian, l’assessore delegato Rosana Concetti, i vertici della polizia locale e i carabinieri. E ha parlato apertamente di “sequestro” di un’intera attività. Trevisiol è su tutte le furie. «Tutto questo non va bene», si sfoga l’albergatore, «non poter andare dentro il proprio hotel per prendere servizio, oltre che sequestrare un intero immobile ricettivo in questa maniera. A fronte di tutto questo devo anche ricevere insulti da chi non conosco, dai testimoni che erano davanti l’ingresso dell’hotel».

«Un ospite della struttura, che doveva uscire», ricorda ancora Trevisiol, «ha atteso più di 20 minuti per poter infine uscire, perché nessuno veniva ad aprire le transenne. Il Comune e gli organizzatori possono fare tutte le manifestazioni che vogliono, ma altresì devono essere in grado di lasciare lavorare e garantire le attività economiche interessate. In questo frangente, un’attività ricettiva che è anche immagine della città. Non possiamo essere blindati e vincolati a un orario per il check in o per poter uscire. I clienti pagano e hanno il diritto di avere un servizio, così come io ho il dovere di garantirlo, mentre l’organizzazione ha a sua volta il dovere di aiutare i cittadini e gli imprenditori che lavorano» .

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