Nove candidati Pd per la Regione «Cambiamo noi il manovratore»

Nove candidati al consiglio regionale dal Veneziano. Cinque uomini e quattro donne e tre che sono espressione diretta del capoluogo, la Venezia di acqua e terra che da anni non riesce ad esprimere un consigliere a Palazzo Ferro Fini. Ci sono liberi professionisti, divulgatori, ragionieri, dipendenti di Actv, dirigenti del terzo settore e manager della cinematografia in corsa per le prossime elezioni regionali per l’area metropolitana veneziana.
Ieri la presentazione della squadra veneziana che punta, per dirla con le parole della capolista Francesca Zottis, consigliera uscente, «non tanto a disturbare il manovratore quanto proprio a cambiarlo», per un Veneto più attento al territorio, capace di innovare per il futuro e deciso a combattere, se serve, per mantenere la sede del capoluogo regionale a Venezia.
Pier Paolo Baretta, sottosegretario e candidato sindaco di Venezia nel suo saluto parla di una «squadra di belle persone» e spiega che occorre innovare e investire nella Città metropolitana di Venezia come luogo di confronto dell’intero territorio veneziano. «In prospettiva è utile che siano i cittadini ad eleggere il sindaco metropolitano», ha detto subito Baretta, riferendosi alla norma della legge Delrio che oggi prevede che il sindaco di Venezia sia anche sindaco metropolitano. Chi vincerà le prossime elezioni sarà un sindaco doppio: di Venezia e metropolitano. «In prospettiva servirà evidentemente lavorare per cambiare le norme anche perché questo automatismo ci fa scontare ben cinque anni di disattenzione per la città metropolitana». Il riferimento è ovviamente all’avversario Brugnaro. «La città metropolitana va recuperata e rilanciata al pari delle Municipalità, creando nuovo valore». Per Baretta la sede «va trasferita in toto a Mestre» e il politico è convinto serva riprendere subito il dibattito per allargare la città metropolitana anche ai territori di Padova e Treviso, rispolverando il vecchio tema della Patreve.
Concorda la squadra di candidati consiglieri regionali presentati dal segretario metropolitano del Pd, Valerio Favaron, nella sede di piazzale Baisizza a Mestre. Corre per la rielezione Francesca Zottis, di San Donà, libera professionista, che ringrazia pubblicamente per i cinque anni di collaborazione e insegnamento il consigliere uscente Bruno Pigozzo, che stavolta non si ricandida. Da Mirano arriva invece Stefano Barbieri, agronomo; da Mira Gabriele Bolzoni, vicesindaco di Mira e una lunga esperienza politica. Da Scorzè Giannina Manente, responsabile di azienda artigiana. In lista anche Jonatan Montanariello, capogruppo Pd a Chioggia, di professione comandante di Actv e buon oratore. Nelle fila del Partito Democratico si candida come indipendente il veneziano Giovanni Pellizzato, titolare della storica Libreria La Toletta di Venezia, dopo l’esperienza in Comune con la civica Casson. Da Mestre spunta il nome di Mariangela Rossini, classe 1983, figlia di insegnanti e manager di produzioni cinematografiche. Terza “punta” del fronte veneziano che cerca di riportare il capoluogo dentro il palazzo della Regione, è un’altra manager donna. Alessandra Taverna, delegata del Fai ed ex presidente dell’istituzione parco della Laguna. Il suo nome era girato nel toto-candidato sindaco del centrosinistra, lanciato spesso dal filosofo Massimo Cacciari. Lei ieri ha esordito citando alcuni degli scritti del suocero Sergio Perulli, ex consigliere regionale e compianto vicepresidente del consiglio veneto. Parole che paiono scritte ieri per oggi. Infine la “voce” di Portogruaro è quella di Marco Terenzi, capogruppo di opposizione nel Comune sul Lemene, esperto di riabilitazione in età evolutiva e dirigente di ente del terzo settore. —
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