Nove agenti penitenziari aggrediti in 15 giorni
In poco più di quindici giorni sono stati ben nove gli agenti della Polizia penitenziaria di Santa Maria Maggiore che hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso dell’Ospedale civile o dell’infermeria del carcere a causa delle aggressioni da parte di detenuti. A sostenerlo è il segretario della Uil Penitenziari di Venezia, Umberto Carrano, che fornisce anche l’elenco di quello che è accaduto. Intanto, è finito sotto inchiesta per lesioni dolose Alessandro Panisson, il veneziano che ha strappato la falange di un dito della mano ad un assistente capo della Polizia penitenziaria. Arrestato e condannato per maltrattamenti in famiglia, avrebbe dovuto uscire da Santa Maria Maggiore il prossimo anno, ma con l’accusa che ora si è aggiunta alla precedente condanna potrebbe aggiungersi una seconda.
Anche a causa della crisi, che costringe molte strutture che in precedenza si facevano carico di seguire coloro i quali avevano la necessità di essere seguiti a causa dei loro disturbi mentali che non comportavano necessariamente il ricovero, spesso accade che finiscano in carcere, soprattutto se stranieri. E a farsene carico sono gli agenti della Penitenziaria. Sempre più in carcere finiscono gli “ultimi”, quelli che non hanno altri luoghi in cui andare. Così, il 13 luglio scorso un detenuto tunisino che voleva suicidarsi ha appiccato il fuoco nella sua cella e, per salvarlo, due agenti sono rimasti intossicati. Qualche giorno dopo, un agente è intervenuto per sedare una rissa e alla fine a pagare è stato lui, visto che ha ricevuto una randellata sulla mano. Il 28 luglio, un detenuto marocchino in stati di alterazione ha aggredito due agenti a pugni, dopo aver fatto lo stesso all’esterno con i poliziotti che lo avevano arrestato. Accompagnato al Pronto soccorso, il 29 luglio, ha distrutto il locale dell’Ospedale dove era stato trattenuto e ha ferito altri due agenti che lo avevano accompagnato. Infine, l’episodio del morso al dito della mano.
Anche il Coordinamento nazionale della Polizia penitenziaria della Cgil ha scritto una lettera al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, sottolineando «l’incessante susseguirsi delle aggressioni al personale della Polizia penitenziaria da parte dei detenuti». Insomma le aggressioni aumentano, e si chiede una più attenta valutazione dei detenuti, in modo che per salvaguardare l’incolumità del personale vengano istituite sezioni in cui si tengano rinchiusi nelle celle e non venga loro permessa la libera circolazione come agli altri.
Giorgio Cecchetti
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