Notte in rettorato con il sacco a pelo
Dopo il via libera della Camera alla riforma Gelmini e i blocchi ferroviari di ieri gli studenti hanno messo in scena l'occupazione degli uffici del rettorato di Ca' Foscari. Fuori il presidio della Polizia monitorava la situazione
Gli studenti fanno lezione sui binari
VENEZIA. Dopo la lunga giornata di proteste il clou è arrivato con l'occupazione della sede di Ca' Foscari, dove sono presenti gli uffici e il rettorato. Guardati a vista dalla Polizia, che ha deciso di non intervenire, sia alla ferrovia, sia a Ca' Foscari: è l'ora di mettersi tranquilli e guardare attraverso un maxischermo che gli studenti hanno installato all'interno dell'Università quello che da Roma si è deciso per quanto riguarda l'approvazione o meno della riforma Gelmini. C'è chi in ogni modo ha già previsto di passare la nottata nell'edificio pubblico che si affaccia sul Canal Grande ed è tornato a casa a prendersi il sacco a pelo.
I ragazzi intanto incassano la solidarietà del Partito democratico Veneziano: «Siamo felici di vedere tanti studenti, una manifestazione che a Venezia non si vedeva da tempo, hanno tutta la nostra solidarietà», ha sottolineato Alessandra Miraglia. Gli studenti mentre salivano le scale del rettorato hanno urlato cori diretti verso il rettore di Ca' Foscari Carlo Carraro: «Carraro pagaci le tasse», è stato quello più gettonato. A Ca' Foscari continuano ad arrivare gli studenti, sia di Ca' Foscari che dello Iuav. Che le iniziative di ieri avessero un qualcosa di veramente spontaneo lo si era visto già nel pomeriggio, dove si è improvvisata una lezione sui binari, con tanto di professore dello Iuav che è stato circondato dai ragazzi attenti che prendevano appunti. Altri invece si sono messi a studiare sui binari, visto che è proprio quello che alla fine chiedono: più mezzi e più sicurezza per il futuro e garanzie per gli studenti che intendono continuare il percorso universitario.
Quello che succederà nella giornata di oggi è ancora incerto, di sicuro ci potrebbero essere nuove contestazioni in altri luoghi simbolo della città.
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