Nonnismo, la verità di Giulia: «Espulsa perché dico la verità»

Mercoledì a “Mattino Cinque” la ragazza di 20 anni cacciata dall’Accademia Aeronautica dopo aver denunciato di essere stata picchiata: «Era violenza, non goliardia»

MIRA. «Ero stata minacciata, mi avevano detto “Ti spaccheremo i denti sull’ala” e “Non ti daremo pugni per goliardia, ma per farti male”. Non è una tradizione essere fustigati durante il trasporto dall’aereo, appena scesi dopo il primo volo, alla piscina. La tradizione vuole un accompagnamento delicato. Ma negli ultimi anni hanno iniziato ad esagerare con le mani e in occasioni come la mia questo rito è stato strumentalizzato per nuocere». Giulia Jasmine Schiff, ventenne di Mira, allieva dell’Accademia Aeronautica espulsa lo scorso novembre per “insufficiente attitudine militare”, ieri ha raccontato la sua verità in tivù dopo aver presentato mesi fa una denuncia alla Procura Militare di Roma ipotizzato i reati di concorso in lesioni militari pluriaggravate, ingiuria militare ed abuso di autorità.

Ospite di “Mattino Cinque” con il suo avvocato Massimiliano Strampelli, la ventenne è tornata sui presunti atti di nonnismo da parte dei compagni di corso che lei stessa ha denunciato in relazione al cosiddetto “battesimo del volo”. Pugni, schiaffi, la testa sbattuta violentemente sull’ala di un aereo e il bagno finale nella fontana. Tutto documentato in un filmato amatoriale.

«Questa non è tradizione, è violenza fuori luogo». All’espulsione, Giulia si è opposta con un ricorso al Tar del Lazio contro il Ministero della Difesa ed alcune persone: i giudici amministrativi hanno respinto nelle scorse settimane la richiesta di sospensiva (e quindi l’immediato reintegro in Accademia) e prossimamente il ricorso sarà discusso nel merito. Intanto però la carriera della giovane promessa di Mira è stata stroncata. «Allo stato attuale non posso fare concorsi nelle forze armate, era il sogno di una vita. Come ero la persona più felice dell’universo ad averlo raggiunto, adesso mi trovo in una situazione in cui mi sento perduta. Io ho lavorato tanto, sono cresciuta e cambiata», ha raccontato Schiff su Canale 5, intervistata dal conduttore Francesco Vecchi, «Sinceramente non so perché mi abbiano fatto quel provvedimento punitivo: al tirocinio ero prima, ero famosa per essere molto capace. Personalmente rifarei subito questo percorso e non mi arrendo. Ho sempre resistito, è il mio sogno. E non mi si dica mai che sono da meno di un uomo: anche con i miei trascorsi sportivi (nell’atletica, ndr) l’ho dimostrato».

Ospite in studio anche il difensore di Giulia, l’avvocato Massimiliano Strampelli, che ha spiegato come «il discrimine nella vicenda è il consenso. Se sono un militare, ho piacere a partecipare ad un rito goliardico e manifesto il consenso a questo rito, potremmo dire che non c’è problema. Giulia invece non aveva espresso questa intenzione. E comunque nessun rito impone le frustate che sono state date a Giulia». E stupisce, secondo l’avvocato, il fatto che «Nessuno di quei ragazzi che ha partecipato al rito ha preso un giorno di consegna». Nel fascicolo aperto sul caso dalla Procura Militare ci sarebbero alcuni indagati ma l’indagine al momento è coperta dal più stretto riserbo, stante la delicatezza del caso.

«Il sergente Schiff ha palesato numerose mancanze nel rispetto delle vigenti regole dell’Istituto, delle norme di vita interna dell’Accademia, nonché di quelle impartite dal Comando» era stata la spiegazione data dalla Commissione di attitudine dell’Aeronautica. —


 

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