«Non versò 200mila euro alla Domus Ciliota» Ex impiegata patteggia
Il suo ruolo all’interno della Domus Ciliota, casa per ferie nei pressi di campo Santo Stefano, prevedeva che incassasse le quote degli ospiti per il soggiorno e le versasse nelle casse della Fondazione Istituto Ciliota. Ma secondo l’accusa per cui è finita in tribunale, una 40enne di Spinea, all’epoca dei fatti impiegata amministrativa della struttura, si sarebbe trattenuta 200mila euro. Di qui l’accusa di appropriazione indebita aggravata dall’aver provocato alla persona offesa un danno di rilevante gravità e di aver operato con abuso di prestazione d’opera.
Ieri R.S., difesa dall’avvocato Robert Sattier, ha ottenuto di patteggiare la pena di un anno, a cui si somma una multa, per chiudere il processo prima dell’inizio dell’istruttoria, evitando il dibattimento in aula con tutte le sue conseguenze. L’accordo tra accusa e difesa è stato reso possibile anche dal fatto che l’imputata ha risarcito il suo ex datore di lavoro. Alla Fondazione Istituto Ciliota ha versato 88mila euro.
Secondo l’accusa, la quarantenne avrebbe approfittato del suo incarico di impiegata amministrativa e del fatto che maneggiava i soldi della Fondazione nella gestione dei pagamenti. Omettendo di copiare gli importi ricevuti dai turisti in contanti sul registro predisposto dalla stessa Fondazione per avere sempre sotto controllo la situazione contabile relativa alle locazioni nella casa per ferie, sarebbe riuscita a intascarsi negli anni una somma considerevole. Le contestazioni parlano di 24mila euro da luglio a dicembre 2010, 71mila euro nel corso del 2011, 75mila euro nel 2012 e 36mila euro dal 1° gennaio al 30 settembre 2013, per un totale che supera i 200mila euro.
Quando gli ammanchi erano stati scoperti, l’impiegata era assente per un lungo periodo. Una volta che il quadro accusatorio era andato definendosi, era stata licenziata dalla Fondazione che gestisce la casa per ferie. Ieri in tribunale la conclusione del procedimento con un patteggiamento. —
Rubina Bon
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