Non versa al Comune circa 180 mila euro di tassa di soggiorno
VENEZIA. Non versa al Comune circa 180 mila euro di tassa di soggiorno già incassata dai turisti. Ca' Farsetti si costituisce parte civile.
La Giunta comunale ha approvato, su proposta dell'assessore all'Avvocatura civica, Paolo Romor, la delibera che prevede la costituzione del Comune di Venezia quale parte civile nell'ambito di un procedimento penale per il reato di peculato a carico del legale rappresentante di una società che svolge attività alberghiera e che, recentemente, è stato rinviato a giudizio in relazione all'omesso versamento all'ente dell'imposta di soggiorno, riscossa dai clienti in un periodo che andava dal 2012 al 2017, per un totale complessivo di 179.628 euro. Proprio sulla bse dei controlli comunali era scattata l'indagine della Procura.
"Non appena siamo stati messi a conoscenza del rinvio a giudizio - commenta Romor - abbiamo immediatamente dato mandato all'avvocatura per la costituzione di parte civile, per ottenere il risarcimento del danno. E non si tratta solamente di un danno economico, quantificato in quasi 180mila euro, a scapito di un processo di tutela e salvaguardia di Venezia, ma di un vero e proprio danno d'immagine per l'intera Città. Con il sindaco Luigi Brugnaro in prima fila vogliamo che nessuno pensi di rimanere impunito se infrange le regole. A Venezia vogliamo che la parola legalità non sia uno slogan ma un reale impegno e questa Amministrazione si sta impegnando, su tutti i fronti possibili, per garantirla".
"Ricordo - conclude l'assessore Romor - che, in casi come questo, la procedura penale si interseca e si coordina con le azioni di recupero del credito avviate in sede esecutiva civile, da parte del Comune, e con il procedimento per danno erariale aperto dalla Corte dei Conti, su esplicita nostra richiesta, nei confronti dell'albergatore nella sua veste di agente contabile ai fini della tassa di soggiorno" “La magistratura - aggiunge l'assessore ai Tributi Michele Zuin - ha emesso richiesta di rinvio a giudizio per violazione dell’articolo 314 del Codice Penale relativo al reato di peculato, commesso da chi, pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, avendo possesso o disponibilità di denaro pubblico se ne appropria. In materia di imposta di soggiorno, infatti, si sta consolidando l’indirizzo giurisprudenziale relativo al reato che commette chi, avendo a disposizione le somme incassate a titolo di imposta di soggiorno, non provvede ai relativi versamenti al Comune. Siamo quindi in presenza dell’avvio di un processo penale che si aggiunge al procedimento contabile in capo alla Corte dei Conti. E’ pertanto di fondamentale importanza - prosegue l’assessore Zuin - che coloro i quali agiscono in qualità di responsabile di imposta in materia di imposta di soggiorno abbiano ben presenti le conseguenze, anche di natura penale, in cui possono incorrere nel non adempiere correttamente agli obblighi di riversamento dell'imposta riscossa. L’amministrazione - conclude Zuin - non può esimersi dal segnalare sia alla Corte dei Conti, sia alla Procura della Repubblica i soggetti che non provvedono correttamente agli adempimenti ed è bene sapere che oramai le Procure si stanno orientando per contestare anche la violazione penale commessa da chi non riversa gli importi riscossi”.
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