Non pagò l’imposta di soggiorno Albergo dovrà risarcire il Comune

Sentenza della Corte dei Conti, la titolare di tre strutture ricettive condannata a pagare 91 mila euro

Per tre anni non ha pagato la tassa di soggiorno e la Corte dei Conti l’ha condannata a risarcire il Comune, verso il quale aveva un debito di oltre 91 mila euro, poi sceso a 73 mila dopo il versamento di un “acconto” di 18 mila euro. Nel mirino dei giudici contabili è finita la titolare di tre strutture ricettive di Castello, Donatella Toso, legale rappresentante della T&D Soci sas, colpevole di non aver versato per ben trentasei mesi la tassa obbligatoria per chi gestisce alberghi e strutture ricettive in genere.

hotel a castello

Donatella Toso, che amministra l’Hotel Lux, l’Affittacamere Casa Tellier e l’Affittacamere Casa Banon - tutti a Castello - pur avendo comunicato il numeri degli ospiti e l’ammontare delle somme riscosse, dal primo gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 non ha versato alla Tesoreria comunale le somme introitate a titolo di imposta di soggiorno, per un totale di 91.847 mila euro.

A segnalare l’omesso versamento alla Procura regionale della Corte dei Conti era stato lo stesso Comune, al termine di una serie di accertamenti che si erano conclusi nell’estate del 2017.

Davanti alla sezione della Corte dei Conti presieduta da Carlo Greco, nei giorni scorsi, la donna ha prodotto una memoria nella quale ha giustificato l’omesso versamento della tassa di soggiorno come conseguenza di una serie di difficoltà economiche che l’avrebbero messa di fronte al dilemma «se pagare gli stipendi al personale e provvedere all’obbligo di versamento».

L’albergatrice era così riuscita a dare soltanto un acconto di 18.215 mila euro, che naturalmente è stato insufficiente.

obbligo per tutti

La Corte dei Conti, ricordando come i gestori delle strutture ricettive abbiano «l’obbligo di dichiarare, per via telematica, entro quindici giorni dalla conclusione di ciascun trimestre solare, i pernottamenti imponibili, e di versare alle casse comunali le somme introitate dagli ospiti delle strutture», ha sottolineato come il gestore sia «chiamato a svolgere una funzione strumentale ai fini dell’esazione dell’imposta che comporta il maneggio di denaro - la cui natura è indubbiamente pubblica - con il conseguente instaurarsi di un rapporto di servizio con l’ente locale».

«L’omesso versamento dell’imposta di soggiorno - si legge ancora nella sentenza della Corte dei Conti - costituisce quindi un danno per l’erario, sub specie di danno da entrata non riversata nelle casse comunali e determina la responsabilità amministrativo-contabile in capo al gestore della struttura».

danno erariale

Per la Corte dei Conti l’omissione configura «danno erariale». E l’albergatrice è stata condannata a risarcire Ca’ Farsetti.

Manuela Pivato

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