«Non intitolate la strada a un criminale di guerra»

Tensioni a Jesolo nei due giorni del raduno nazionale degli esuli dalmati Sel e Anpi contrari alla via con il nome del prefetto di Zara, Vincenzo Serrentino

JESOLO. Via dedicata al prefetto fascista, Jesolo dissotterra antichi rancori nel giorno del raduno degli esuli dalmati. Oggi e domani, convegni e incontri, anche uno spettacolo di Simone Cristicchi alle 21 al Vivaldi con "Magazzino 18". Tra gli organizzatori, Donatello Baione, nato a Zara e residente a Jesolo, mentre l'associazione chiede al Comune l'intitolazione di una via all'ultimo prefetto di Zara, Vincenzo Serrentino, padre dell'avvocato Pietro che visse a Jesolo e qui ha ancora la vedova Franca Balliana.

Sel, con Salvatore Esposito, alza le barricate: «Se sarà dedicata la strada a questo criminale di guerra fascista organizzeremo una manifestazione antifascista a Jesolo e porteremo la gente in piazza».

Dura la vedova, che ebbe lo zio Bruno Balliana a San Donà tra i 13 Martiri, partigiani morti nell’eccidio voluto dai fascisti: «La mia famglia ha dato molto per la guerra. Vincezo Serrentino è morto a 47 anni e diede la vita per la patria e il popolo zaratino, chi non lo ha fatto legga la storia». Dal Consiglio comunale, Daniele Bison, è con la famiglia. «Premesso che la memoria del prefetto Serrentino non deve essere strumentalizzata», dice, «spiace constatare che certa sinistra non perde l'occasione per creare inutili tensioni». Fratelli d'Italia con Lucas Pavanetto, invita chi parla di antifascismo a «studiare la storia prima e poi parlare. Noi siamo dalla parte della famiglia Serrentino».

Ma Il presidente dell'Anpi, Roberto Ambrosini boccia la proposta d’intitolazione. «Dalle informazioni assunte», spiega, «risulta che Vincenzo Serrentino era inserito, fino al 12 gennaio 1948, in un elenco di “criminali di guerra italiani” fatto predisporre dall’allora primo ministro Alcide De Gasperi. Questa delibera contravviene ai criteri delle intitolazioni delle vie e offende i familiari delle persone, anche appartenenti alla nostra comunità, che in quei tragici anni hanno combattuto e sacrificato la loro vita per sconfiggere la criminale ideologia che Serrentino ha rappresentato. Come Associazione Nazionale Partigiani d’Italia siamo del parere che se si volevano ricordare i fatti che saranno in discussione nel prossimo Raduno Nazionale dei Dalmati sarebbe stato sufficiente intitolare una via agli “esuli dalmati” molti dei quali sono parte integrante della nostra comunità».

Giovanni Cagnassi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia