«Non ho soldi per pagare le bollette»
MARGHERA. Un ammontare di bollette non pagate che supera i quattro mila euro, difficoltà anche in ambito familiare per una grave malattia che affligge la moglie e ora, per decisione giudiziaria: la pensione e i pochi risparmi tenuti da parte, pignorati con decreto ingiuntivo, nell’attesa di vedere, all’arrivo della nuova rata della pensione il mese prossimo se, nonostante l’ammissione seppur tardiva della colpa e del mancato pagamento, il riscontro effettivo di liquidità finanziaria sarà ancora pari a zero, con le conseguenze immaginabili.
Il caso, raccontato alla “Nuova” da parte di chi sa di dover pagare quanto dovuto, riguarda ancora una volta una famiglia abitante in una delle aree disagiate e di case popolari di Marghera.
G.D., dal 2010 in pensione dopo cinque anni di disoccupazione in seguito a un licenziamento, si è visto recapitare dall’Eni pagamenti arretrati dovuti per 13 bollette pari a 4148 euro, con l’aggravante che, data la mancata richiesta in precedenza di sospensione o rateizzazione del pagamento, ora la richiesta dei fornitori si è trasformata in decreto ingiuntivo giudiziario, con il giudice che ha deciso di pignorare in prima istanza i 1247 euro presenti nel conto corrente del pensionato, pari - a quanto sembra - a tutti i suoi risparmi.
Ora, nell’attesa della prossima rata della pensione (se non sarà pure quella bloccata), l’anziano di Marghera si trova in forti difficoltà economiche. «Ammetto tutte le mie colpe», racconta, «e so che sono soldi giustamente pretesi, ma si poteva cercare un qualche accordo, magari con la cessione del quinto che è prassi per legge. Io adesso non so proprio come farò ad arrivare a fine mese, ad aiutare mia moglie, a mangiare». Insomma, una situazione non facile per l’anziano di Marghera, che ora spera di trovare una soluzione».
«Per prassi aziendale», spiegano dall’Eni, «siamo soliti andare incontro alle persone in difficoltà con una rateizzazione del pagamento tramite forme di accordo da valutare insieme. In questo caso, però, si tratta di somme risalenti agli anni dal 2006 al 2009 mai pagate da un utente che si è poi rivolto a un’altra compagnia e non ha risposto alle nostre precedenti sollecitazioni. Purtroppo, trattandosi di un decreto ingiuntivo e non di un semplice recupero crediti, noi non possiamo farci nulla, se non consigliare di rivolgersi alla giustizia per rivedere il caso». Massimo Tonizzo
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