«Non ho rubato i soldi della Pansac»

Fabrizio Lori, interrogato dal giudice a Mantova: le cifre, anche quelle per la società di calcio, utilizzate per l’azienda
Di Andrea Moglia
Mira (Venezia): INAUGURAZIONE NUOVA PANSAC FABRIZIO LORI 19/06/2004 © Light Image studio Agostin
Mira (Venezia): INAUGURAZIONE NUOVA PANSAC FABRIZIO LORI 19/06/2004 © Light Image studio Agostin

MANTOVA. «I soldi usciti dalle casse della Nuova Pansac sono stati utilizzati per la società, non per fini personali: servivano a sostenere le sponsorizzazioni e tutto quello che era necessario all’azienda». Questa la tesi sostenuta da Fabrizio Lori nel corso dell’interrogatorio sostenuto ieri mattina in carcere con il giudice delegato dal Tribunale di Milano, Dario De Luca. Nell’ora e mezza di colloquio, presenti gli avvocati difensori Paolo Galli del foro di Monza e Stefano Sarzi Sartori di Mantova, l’ex presidente di Nuova Pansac ha cercato di scrollarsi di dosso l’accusa di aver «distratto, distrutto e dissipato il patrimonio della società», cuore dell’ipotesi di bancarotta fraudolenta. Lori avrebbe ammesso di aver fatto scelte sbagliate o avventate. «È vero, ho prelevato qualcosa dal patrimonio della società per spese personali: 2.500 euro al mese». Una somma che è poi il mensile corrisposto alla madre Romana per le spese personali. «Un nulla a fronte del fatturato di una società che ha raggiunto i 400 milioni di euro» ha ribadito l’avvocato Galli.

Sotto torchio. L’interrogatorio, fissato per le 11 del mattino, si è concluso poco prima di mezzogiorno e mezzo. Un’ora e mezza di colloquio nel corso del quale l’ex patron del Mantova calcio ha tradito poche volte un certo nervosismo, mostrandosi invece rilassato e sicuro del fatto suo. «Ha risposto a tutte le domande poste dal magistrato e fornito spiegazioni esaurienti» hanno precisato i due legali che hanno assistito all’interrogatorio di garanzia. Lori l’aveva anticipato: «Voglio collaborare».

Calcio e azienda. Qual è la sostanza delle dichiarazioni di Lori? L’asse portante della tesi difensiva è che i capitali della Nuova Pansac non sono stati distratti ma utilizzati per finalità aziendali. E che anche i cospicui investimenti fatti con le finanze del gruppo nel Mantova calcio avevano lo scopo di valorizzare il marchio Nuova Pansac. I quasi 18 milioni di euro della società amministrata da Lori scivolati tra il 2005 e il 2010 nel portafogli del Mantova calcio, serviti anche per pagare gli stipendi dei giocatori? Tutto sponsorizzazione. La squadra, insomma, era essa stessa - sosterrebbe la difesa - un modo per valorizzare il marchio Nuova Pansac.

Voragine. «È vero, le accuse sono pesanti, riguardano cifre molto consistenti (l’accusa gli addebita l’emorragia di 40 milioni di euro che ha affossato la Nuova Pansac) - ha dichiarato l’avvocato Galli - questo perché abbracciano un periodo di tempo di dieci anni; e poi vanno considerate le dimensioni dell’azienda... Comunque le spese che Lori ha fatto nel corso del tempo non avevano finalità distrattive: se avesse voluto far sparire dei capitali avrebbe utilizzato altri modi». Dunque? Per la difesa il drenaggio di fondi che sostiene l’accusa di bancarotta fraudolenta in realtà sarebbe non solo più piccolo di quanto appaia - perché diluito nel tempo e proporzionato alle dimensioni dell’azienda - ma anche indirizzato agli interessi della società, non a fini privati. Incluse le spese per auto sportive ed elicottero. E compresi i due milioni e 350 mila euro scivolati nel giro di quattro anni nelle tasche della Fox Energy di Alberto Castagnaro, presidente del Mantova calcio prima di lui, per un’attività di consulenza che i magistrati considerano «generica» o addirittura «priva di qualsiasi ragione giustificativa».

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