«Non ho mai frequentato quella donna»

Cavarzere. Don Michele, ora a Porto Tolle, chiarisce l’equivoco: non c’entro nulla in questa vicenda
Cavarzere: incendio sul campanile del duomo di San Mauro incendio sul campanile di Cavarzere
Cavarzere: incendio sul campanile del duomo di San Mauro incendio sul campanile di Cavarzere

CAVARZERE. In città non si parla d'altro. La storia del giovane prete che ha avuto una relazione affettiva con una donna sposata (e madre di tre figli) a Porto Tolle, circola a Cavarzere, a dispetto della non piccola distanza tra i due comuni, come se fosse accaduta appena fuori casa di ciascuno.

E il motivo, a prescindere dalla piccanteria della vicenda, è semplice: il prete coinvolto, qualche anno fa, era a Cavarzere e molti se lo ricordano. Ma, come accade spesso, curiosità fa rima con confusione e ne possono nascere degli equivoci. Ne ha fatto le spese anche don Michele, già vicario di don Fabrizio nella parrocchia di San Mauro (il centro del capoluogo) ma che, come già detto per don Fabrizio, non c’entra nulla in questa vicenda. «Da quando sono uscite le prime notizie sul Carlino», dice don Michele «ho ricevuto un sacco di telefonate di amici e conoscenti che mi chiedono spiegazioni». Il punto è che i due preti “ex cavarzerani”, per così dire, sono entrambi a Porto Tolle in qualità di vicario foraneo (don Fabrizio) e suo vice (don Michele). Si aggiunga che, come spiega quest'ultimo, «sono stato a Cavarzere nove anni», ovvero una parte non piccola della sua vita sacerdotale e si capisce perché qualcuno possa aver equivocato e lui ci sia rimasto male.

Anche se, specifica, «proprio io, credo di essere stato l'unico che la veste sacerdotale la indossava sempre» e quindi non corrisponde alla descrizione “sportiva” del religioso denunciato da quel marito colpito nell'orgoglio e negli affetti. Dunque né don Fabrizio, né don Michele, ma un terzo sacerdote che, peraltro, avrebbe spontaneamente confessato al vescovo, monsignor Adriano Tessarollo, il suo coinvolgimento solo sentimentale con la donna, assumendosi l'impegno di non frequentarla più e avviando un percorso spirituale di riflessione che dovrebbe aiutarlo a riacquistare serenità e tornare a svolgere il suo ministero con maggiore determinazione. Insomma il giovane prete sta cercando il suo equilibrio interiore e la diocesi, pur senza nascondere nulla della vicenda, lo sta sostenendo e, tra le righe, chiede di lasciarlo in pace: la storia è già finita.

Quanto al marito geloso, e compresibilmente arrabbiato, la cui denuncia, nei confronti del prete, ha fatto tappa in molti canali televisive, forse potrebbe fare lo stesso. Infine la presunta fedifraga: lei, in questa storia, rischia davvero di perdere tutto: famiglia, affetti e rispetto. Sarà poi così giusto?

Diego Degan

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