"Non ha commesso reati, nessuna nota disciplinare"

SAN DONA'. Il giorno dopo lo scoppio del caso del professore di fisica che venerdì scorso di è presentato vestita da donna in classe - all'istituto superiore Mattei-Scarpa di San Donà - scandisce il tempo dei commenti, solidali o molto duri: mentre lei, Cleo, si è limitata a spiegare ai colleghi e ai suoi studenti (di certo stupiti) che "era da quando avevo 5 anni che sentivo il bisogno di farlo". Una liberazione della propria personalità e sessualità, che ha trovato la forza di esprimere ufficialmente dopo aver ottenuto la cattedra di ruolo.
La reazione dell'Istituto Mattei-Scarpa «Il preside si è trovato investito di questa questione in tempi molto stretti. Ma qualsiasi cosa potesse fare, non poteva essere certo un provvedimento disciplinare. Quanto avvenuto non è un reato, non c’è stata una violazione di qualcosa». Per il professore di fisica che venerdì scorso si è presentato in classe in abiti femminili non è in arrivo alcun provvedimento disciplinare da parte della scuola in cui insegna, l’Iis Scarpa-Mattei.
In questi giorni il dirigente scolastico, Francesco Ardit, è assente per impegni professionali. Secondo quanto si è appreso, era stato informato della scelta dell’insegnante nella giornata di mercoledì. «Il preside si è trovato investito di questa questione in tempi molto stretti e siamo di fronte a un problema di difficile gestione», spiega il professor Francesco Carrer. «Da una parte ci sono i diritti dell’utenza, in questo caso dei ragazzi che, vista anche l’età, possono incontrare difficoltà di relazione con situazioni di questo genere. Dall’altra c’è il diritto del singolo, che non può essere leso, di manifestare una propria scelta personale di vita. Dal punto di vista istituzionale, la scuola non ha un ruolo di censura. Quello manifestato dalla professoressa è un diritto riconosciuto e, se la scuola lo impedisse, sarebbe una violazione del diritto del singolo di manifestare legittimamente il proprio modo di essere. Il preside non poteva assumere un provvedimento disciplinare. Non siamo di fronte a una violazione di un qualcosa, ma è una legittima manifestazione dei diritti. Ci sono dei diritti dell’utenza, dei ragazzi che devono essere tutelati, ma ci sono anche i diritti del singolo». Si tiene a sottolineare anche che il prof, a quanto emerge, ha affrontato la questione con molta serietà, spiegando ai suoi studenti il perché della scelta compiuta. E l’episodio, che tanto scalpore ha suscitato, potrebbe diventare invece un’occasione per avviare una riflessione seria a scuola su una questione, quella dei diritti, che comunque si pone all’attenzione dell’opinione pubblica.
«Forse questi avvenimenti, se li vediamo con un’ottica non punitiva, possono diventare anche un’occasione di riflessione per tutti, famiglie e ragazzi», conclude il professor Carrer. «Questa persona ha avuto il coraggio di esprimere la propria personalità in maniera manifesta».

La posizione della direzione scolastica. "Forse gli studenti potevano essere preparati e informati in modo diverso di questo cambiamento ma nel comportamento della docente non c’è, per le informazioni che abbiamo ora, nulla che possa far ipotizzare un provvedimento disciplinare". Domenico Martino, responsabile dell’ufficio scolastico provinciale di Venezia, era stato informato dal dirigente scolastico della scuola di San Donà della scelta personale del professore. Nel tardo pomeriggio di ieri Martino ha parlato anche con la responsabile dell’Ufficio regionale, Daniela Beltrame, la quale ha confermato la linea adottata dall’ufficio provinciale, almeno fino a mercoledì quando lei e Martino si incontreranno per discutere del caso alla luce anche delle informazione che saranno raccolte nelle prossime ore. Secondo la Donazzan la prof dovrebbe essere bandita dall’insegnamento.
«Da quel che so per il momento», prosegue Martino, «la professoressa non ha fatto nulla di irregolare o illegale. E poi credo che le persone debbano essere valutate sulle competenze che dimostrano nel loro lavoro e nella capacità di insegnamento. Già domani (oggi, ndr) parlerò di nuovo con il preside della scuola per cercare di capire un po’ meglio quali siano state le reazioni anche se al momento, al di là della lettera inviata all’assessore regionale Donazzan, non ci risulta che ci siano molti altri genitori che hanno protestato o contestato questa scelta».
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