Non fu stalking all’ex senatore Basso: assolta Serena Ragno

Non è stata l’ex consigliere Pd l’autrice delle lettere anonime con vari fotomontaggi hard. Otto anni tra indagini e processo. L’imputata: «Non ho acredine»

VENEZIA. Per otto anni è stata sotto indagine, e poi a processo, con l’accusa di essere stata la stalker di Marcello Basso, ex senatore del Pd ed ex sindaco di San Stino, avendo così rovinato la vita al politico, di cui era stata l’amante, e all’allora moglie. Lo stalking si era concretizzato con il continuo invio di lettere anonime sulla relazione extraconiugale, alcune con tanto di fotomontaggio hard, spedite alla moglie di Basso e a diverse persone note a San Stino. Ma dietro quelle missive non c’era Serena Ragno, ex consigliere provinciale dei Democratici e già ai vertici dell’Anpi.

Lo ha stabilito la giudice Sonia Bello con la sentenza letta ieri pomeriggio. L’imputata, presente in aula, è stata assolta per non aver commesso il fatto. Di conseguenza non è stato riconosciuto alcun risarcimento alle parti civili costituite, il senatore Basso con l’avvocato Giovanni Ruberto e l’allora moglie con l’avvocato Luca Fonte, che avevano domandato 50mila euro a testa.

Il pm Massimo Michelozzi aveva chiesto la condanna di Ragno a 5 mesi per stalking e minacce. Nel corso dell’udienza di ieri ha parlato, oltre all’avvocato Fonte, il difensore dell’imputata, l’avvocato Andrea Cerutti, sostenendo la totale estraneità di Ragno ai fatti contestati: «Sicuramente qualcuno ha commesso lo stalking, di cui però sono state vittime sia il senatore che la mia assistita», ha detto l’avvocato, «Questa sentenza è una grande liberazione dopo otto anni di lotta in cui la mia assistita ha sopportato tanta sofferenza».

E lei, la protagonista della vicenda che aveva imbarazzato a suo tempo il Pd e l’Anpi? «Non c’è niente di peggio di essere vittima del reato per cui si è accusati», ha spiegato Ragno dopo la lettura della sentenza, «Per fortuna sono stata circondata da persone care ed ho un carattere forte. Questa sentenza, che dedico ai miei genitori e ai partigiani che non ci sono più, è una liberazione. Sassolini nelle scarpe? Più che sassolini, avrei qualche masegno... Ma sono una signora, continuo a tenere un profilo basso. Non porto acredine, ci metto una pietra sopra». —


 

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