Non fa pulire il terreno commercialista-custode finisce a processo

Davanti al giudice Fontana, ex consigliere provinciale di FI Non avrebbe ottemperato a un ordine di Ca’ Farsetti

Commercialista a processo per non aver eseguito quanto gli era stato imposto dal Comune, e cioè di tenere pulito e salubre il terreno, lungo la via Castellana, di cui era stato delegato alla custodia e alla vendita da parte del tribunale di Venezia. È un singolare episodio quello per cui è a processo il commercialista mestrino Paolo Fontana, già consigliere provinciale di Forza Italia (tra il 2004 e il 2009) e poi del Pdl (tra il 2009 e il 2014). L’episodio che gli viene contestato però non riguarda la sua attività politica, ma la sua attività professionale. L’articolo del codice penale con il quale deve fare i conti è il 650 e riguarda «l’Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato». Alcuni anni fa il commercialista era stato indicato dal tribunale quale delegato alla vendita e custode di un’area di cantiere in via Castellana 214, a Trivignano. Un’area che, ricostruisce il suo legale, l’avvocato Marco Borella, «quando pioveva finiva sott’acqua, formando un acquitrino che dava fastidio ai vicini di casa». Vicini di casa che, regolarmente, andavano a protestare con il Comune per lo stato di insalubrità dell’area. In almeno un paio di occasioni Fontana avrebbe risposto alle sollecitazioni del Comune, chiedendo al giudice l’autorizzazione per intervenire e poi chiamando un’azienda specializzata per la pulizia e la bonifica. Intervento di pulizia poi però congelato per il fatto che, secondo la difesa, la banca esecutaria non avrebbe più messo a disposizione le risorse per la pulizia. E così è stata disattesa l’ultima ordinanza del Comune di Venezia, del 14 aprile del 2017, con la quale la Direzione Sviluppo del territorio e Città sostenibile chiedeva al commercialista di intervenire per «ragioni di pubblica igiene e sanità». «Da parte nostra», spiega la difesa, «dimostreremo che Fontana da parte sua ha fatto tutto ciò che era nelle sue competenze per intervenire nell’area». —

F.Fur.

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