«Non esiste un impianto a rischio zero»

Il Comitato contesta la Socogas sulla sicurezza e sottolinea l’impatto delle autobotti sulla Romea

CHIOGGIA. «I confronti pubblici, con i giovani e con tutta la città, andavano fatti prima». Il comitato No gpl risponde punto su punto ai rilievi sulla sicurezza che la Socogas ha sollevato ieri in vista della manifestazione degli studenti di oggi.

Il comitato torna a parlare di analisi dei rischi “monca” in alcune parti e dell’impatto del transito delle navi gasiere sull’attività peschereccia e diportistica. «Noi non siamo contro Socogas né contro il gpl», spiega Roberto Rossi, presidente del comitato, «il gas è un carburante sicuramente meno inquinante di altri, pur essendo comunque un derivato del petrolio e quindi in contrasto con le indicazioni della Legge Speciale che ne prevede l’estromissione dalla laguna. Noi siamo contro l’impianto in quella posizione. Si tratta di un impianto classificato a rischio rilevante a 250 metri dalle case e dai siti sensibili. Siamo certi che Socogas utilizzerà tutte le precauzioni nella costruzione e nel controllo, ma la stessa Direzione triveneta dei vigili del fuoco ci ha detto che un impianto a rischio zero non esiste». Rossi elenca una serie di questioni a cui non si fa cenno nell’analisi dei rischi e nella descrizione del progetto. «Ci chiediamo», spiega Rossi, «quale sarà l’incidenza del traffico delle autobotti in una arteria già intasata e pericolosissima come la Romea e nella stessa via Maestri del lavoro, intensamente trafficata al mattino, ma soprattutto l’impatto delle navi gasiere che percorreranno Canal Lombardo a ridosso di abitazioni e di attività produttive del settore ittico. La questione legata alla sicurezza per l’ingresso delle gasiere è ancora tutta da verificare e non è di facile soluzione.

La documentazione di Socogas ha volutamente trascurato le problematiche legate alla flotta peschereccia, seconda a livello nazionale, e alla nautica da diporto che nel periodo estivo raggiunge le migliaia di imbarcazioni in transito sulla bocca di porto».

Qualche perplessità del comitato anche sulla disponibilità “tardiva” dell’azienda di Fidenza a confronti pubblici. «Auspichiamo che gli studenti colgano la disponibilità dell’azienda a un momento di contradditorio» spiega Rossi, «resta però incontestabile che queste iniziative avrebbe dovuto farle all’inizio dell’istruttoria dell’iter autorizzativo, ora è una proposta quantomeno sospetto. La città andava informata subito e nel dettaglio. Invece tutto è avvenuto nel più assoluto silenzio, facendo passare un nuovo impianto come un semplice ampliamento del precedente». (e.b.a.)

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