Non è stata violenza sessuale

JESOLO. Lui assicuratore cinquantenne a Jesolo, lei commessa rumena in un supermercato del centro. Si conoscono, s’incontrano un paio di volte, lei gli chiede di lavorare in ufficio, spiegando di averlo già fatto in Romania e di conoscere il settore, lui dice che non è possibile, che il suo è un ramo specializzato, ma che lei gli piace. Restano in contatto. Si vedono una sera in ufficio da lui: è il 17 dicembre 2011, verso le 21.
E qui le storie divergono: lui dice che si è trattato di veloce sesso consenziente; lei denuncia una violenza. Lo fa una decina di giorni più tardi, quando il marito scopre che prende la pillola del giorno dopo e finisce per fare una scenata alla moglie e poi all’uomo.
Davanti al pubblico ministero Giovanni Zorzi, la donna ripete le sue accuse: non voleva fare sesso e l’uomo si è spogliato davanti a lei, forzandola a un rapporto. Lui replica che era stata lei a telefonargli e proporgli di vedersi, che si è trattato di un incontro fugace e che poi sono andati a mangiare una pizza e del pesce.
Ieri, il giudice per le udienze preliminare Vicinanza ha assolto l’uomo dall’accusa di violenza sessuale perché il fatto non costituisce reato. Il sesso c’è stato, ma non c’era nell’uomo percezione alcuna di commettere un reato.
Il pubblico ministero Giovanni Zorzi aveva invece chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, alla quale si era associata la parte civile.
Nel corso del procedimento, la difesa (avvocati Vianello e Ciriello) aveva depositato le dichiarazioni di alcuni testi ai quali la donna aveva raccontato dell’avventura con l’assicuratore jesolano, senza però fare mai accenno al fatto di avere subito un atto di violenza.
Alla fine, nelle parole dell’uomo contro quelle dell’altra, ha prevalso la ricostruzione dei fatti fatta dall’assicuratore, uscito dall’aula sorridente al termine del processo. (r.d.r.)
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