«Non avevo tempo di aver paura»
SAN STINO. Com’è fatto un eroe? Con la faccia normale di due sanstinesi. E l’inferno com’è fatto? Come quello che hanno visto: una ragazza intrappolata tra le fiamme con il pensiero che stavano per morire anche loro. Gioia Sella gli deve letteralmente la vita.
Loro si sono fatti coraggio, scavando una breccia tra le fiamme e forse anche all’interno del loro cuore, che batteva a mille all’ora in preda alla paura. Alla fine Adriano Cusin e Giuseppe Minuz ce l’hanno fatta, assicurando la salvezza alla ragazza, ora ricoverata all’ospedale di Portogruaro.
«Femo veoci», «Facciamo presto». È bastata questa battuta in dialetto per dare il là all’operazione di salvataggio. Adriano Cusin, titolare dell’omonimo panificio di viale Trieste, nei pressi della rotatoria di località Bivio Triestina, ha visto la morte per ben due volte. E molto da vicino.
«Se la Fiat 500 non avesse centrato il platano avrebbe senza dubbio centrato la mia macchina. Avrei potuto morire sul colpo sul mio furgoncino. Per fortuna non si è verificato né uno scontro frontale né la morte della ragazza. Io non mi sento un eroe. Ho fatto solo il mio dovere».
Adriano Cusin non è un supereroe, è una persona modesta, che lavora quotidianamente accontentando i gusti dei sanstinesi e dei suoi clienti. Ha avuto paura. «Certo: sia quando di un soffio ho evitato l’incidente, sia quando ho cercato di estrarre la ragazza dall’abitacolo della vettura. In pochi minuti quell’auto si è trasformata in una palla di fuoco».
Giuseppe Minuz, è un tranquillo pensionato, una volta era impresario edile. Non ha mai avuto, come Cusin del resto, esperienza da pompiere. Dopo questo intervento sarà nominato vigile del fuoco ad honorem. «Ero appena sopraggiunto sul luogo dell’incidente – ricorda l’eroe – ho fatto un cenno a Cusin e poi ci siamo fiondati sulla macchina. Avevo visto che la vettura cominciava a prendere fuoco. Quindi dovevamo fare in modo che la benzina non raggiungesse il tappo del serbatoio. Sarebbe stata la fine. Avremmo rischiato di morire pure noi in un’esplosione. Ci pensavo, certo, ma dovevo salvarla».
Un angelo ha guidato i due uomini. Gioia infatti aveva i piedi incastrati sotto al sedile. Gridava che voleva restare lì, ma è un concetto “tipico” espresso da chi si trova in stato di shock dopo un incidente stradale. «Non avevamo tempo di avere paura. Dovevamo agire presto. Quando abbiamo portato la ragazza verso l’ambulanza ci siamo voltati. La macchina era stata avvolta dalle fiamme».
E’ stata evitata una tragedia. Del fatto ieri pomeriggio si parlava in tutta San Stino. E anche nella vicina Pramaggiore. Al Salone Cinzia di Blessaglia la notizia ha guastato la giornata, ma fortunatamente Gioia Sella era viva. «Non sappiamo nulla nè delle sue condizioni – dice la titolare - ma siamo felici che sia viva». (r.p.)
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