Non arriva il divieto alla caccia chiuse cinque aree boschive

Erano state aperte a maggio nel territorio tra Favaro e Dese, ma da settembre a febbraio del 2016 non potranno essere fruite. Caprioglio: «Tutto il Bosco in futuro sarà bandito all’attività venatoria»
Di Marta Artico
Conferenza presso sede "Bosco e grandi parchi" in via Garibaldi 44 Mestre. Nella foto Arch. Caprioglio,
Conferenza presso sede "Bosco e grandi parchi" in via Garibaldi 44 Mestre. Nella foto Arch. Caprioglio,

Aperte a maggio, saranno chiuse da settembre a febbraio per consentire la caccia. Stiamo parlando delle cinque nuove aree boschive nel territorio tra Favaro e Dese (i boschi Manente, Zuin, Terronazzo, Campagnazza e Cucchiarina sud) comprese nei terreni di proprietà della Fondazione Querini Stampalia, in usufrutto trentennale del Comune.

L’imboschimento di queste aree è stato realizzato dall’Istituzione tra il 2006 e il 2007. Le cure prestate per far crescere e sviluppare il giovane bosco, secondo le moderne tecniche selvicolturali, hanno permesso in tempi ragionevolmente brevi, nove anni, il raggiungimento da parte degli alberi di un sufficiente livello di crescita, tanto che da un paio di mesi sono state rese fruibili, anche se sono tuttora le meno frequentate e conosciute e per questo, di contro, le più incontaminate.

Proprio in vista dell’apertura della stagione della caccia, il Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Bosco e Grandi Parchi che si è riunito nei giorni scorsi, ha previsto la regolamentazione della fruizione al pubblico delle aree boschive di recente inaugurazione, che saranno liberamente accessibili da marzo ad agosto, e verranno chiuse al pubblico da settembre a febbraio, per consentire l'esercizio della caccia.

«Il Piano faunistico venatorio 2007/2012 prorogato sino a febbraio 2016, non prevede il divieto di caccia in gran parte dei boschi di Mestre», fa sapere l’Istituzione, «nonostante nel 2014 fosse stata presentata la richiesta, mediante osservazioni, di costituire l’Oasi di Conservazione in tutti i boschi di Mestre, bandendo quindi la caccia, osservazioni comunque respinte dagli organi preposti». Il nuovo Piano, attualmente in approvazione del Consiglio regionale, dovrebbe prevedere il divieto di caccia nei boschi Zaher e Campalto per i quali già annualmente vengono emesse ordinanze del sindaco di divieto temporaneo di caccia.

Il Bosco Ottolenghi, invece, non è soggetto alla caccia ed è dunque zona franca, sulla scorta del Piano faunistico.

L’Istituzione a questo punto, per tutelare l’incolumità pubblica dei visitatori delle aree boschive, ha previsto il divieto di fruizione da parte dei visitatori durante la stagione venatoria e la libera circolazione nel restante periodo, ricordando anche che è possibile consultare sul sito internet dell’Istituzione Bosco e Grandi Parchi, www.boscoegrandiparchi.it, i periodi di apertura e di chiusura, per scongiurare situazioni di pericolo. «Ci siamo incontrati con i cacciatori», spiega il presidente dell’Istituzione, Giovanni Caprioglio, «e abbiamo deciso di regolarci in questo modo, ancora per quest’anno, e di chiuderle fino a febbraio. Nelle nostre intenzioni tutto il Bosco, anche come indicato dal Piano regolatore, deve diventare zona bandita alla caccia e area di ripopolamento».

La legge era in capo alla Provincia, oggi alla Regione, adesso con la costituenda Città metropolitana le cose potrebbero cambiare. Di ieri l’interrogazione del consigliere regionale Pd, Andrea Zanoni, che punta il dito conto il calendario ventatorio della Regione.

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