«Noi il partito del fare. Ma bene» Casson risponde all’ex sindaco

«Sviluppo e lavoro. Sono le mie parole d’ordine. Noi siamo il partito del fare. Ma del fare bene». Sorride, Felice Casson, l’ex magistrato e senatore candidato alle primarie del centrosinsistra,...
Confronto tra Casson Molina e Pellicani candidati alle primarie presso la sala congressi del Centro culturale Candiani di Mestre. Moderatore Beppe Gioia.Nella foto Casson
Confronto tra Casson Molina e Pellicani candidati alle primarie presso la sala congressi del Centro culturale Candiani di Mestre. Moderatore Beppe Gioia.Nella foto Casson

«Sviluppo e lavoro. Sono le mie parole d’ordine. Noi siamo il partito del fare. Ma del fare bene». Sorride, Felice Casson, l’ex magistrato e senatore candidato alle primarie del centrosinsistra, quando gli dicono che l’ex sindaco Cacciari è sceso in campo contro di lui. «Io ho voluto lanciare un messaggio di rinnovamento e di legalità», attacca, «dico che bisogna girare pagina, Non ho mai detto che il centrosinistra non ha fatto cose buone in questi anni, ma ci sono stati assessori che hanno governato bene e altri che hanno governato male. Adesso occorre cambiare davvero».

La polemica con Cacciari riguarda anche il rapporto con i poteri forti. «Devono capire che è il Comune a rappresentare i cittadini e il bene collettivo. Che il Comune deve guidare lo sviluppo urbanistico. Certo che occorre confrontarsi con Porto e aeroporto. E da questi signori il sindaco non deve andare accompagnato dallo zio». Riferimento non casuale al fatto che la candidatura Pellicani è nata, dice Casson, nella testa di Cacciari. Il filosofo aveva bloccato con un’entrata a gamba tesa la candidatura di Casson anche nel 2005. Ma allora il mondo era un altro, il senatore appena uscito dalla magistratura. La Margherita di Rutelli, di cui Cacciari faceva parte, si era allora messa di traverso. Casson e Cacciari erano finiti al ballottaggio, il filosofo aveva vinto con i voti della destra. Adesso sostiene Pellicani. «Unico che può portare avanti progetti di sviluppo». «Ma dai...», ride Casson. «i progetti di sviluppo ci sono anche nel mio programma, a cominciare da Marghera e dal nuovo porto per le grandi navi, dalla cultura e dal lavoro. Oltre agli slogan serve credibilità delle persone».

Ma la battaglia è ormai arrivata al «porta a porta», a due giorni dal voto. Nel 2000 andarono a votare quasi 13 mila persone per scegliere tra Giorgio Orsoni, Gianfranco Bettin e Laura Fincato. Per domenica sono attesi alle urne, nei 36 circoli del Pd del territorio comunale, almeno 10 mila elettori. «Può votare chiunque, non occorre essere iscritti al Pd», ripetono al comitato promotore. Che oltre che dal Pd è formato dai Riformisti (ex Idv) di Giacomo Guzzo, Piefrancesco Ghetti e Bruno Filippini (schierati per Casson), dai socialisti di Luigi Giordani (per Pellicani), dalla Sinistra L’Altra Venezia (per Casson) e Venezia 2020-Verdi-Lista in Comune (per Casson). Il Pd non ha dato indicazioni ufficili di voto. Due dei concorrenti (Felice Casson e Jacopo Molina) sono iscritti al partito democratico. Nicola Pellicani è l’esterno sostenuto dalla «maggioranza congressuale» che ha eletto il segretario Rosteghin, di cui fanno parte Davide Zoggia, Andrea Ferrazzi, Annamaria Miraglia. Con Casson tra gli altri Roberto Turetta, Gianfranco Bettin e Massimo Venturini.

Alberto Vitucci

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