«Noi abbandonati dall’Inps a 15 anni dalla morte di Matteo»
CAMPONOGARA. Enzo Vanzan, il padre del primo caporal maggiore Matteo Vanzan, morto in Iraq il 17 maggio 2004 a protezione della base Libeccio, sceglie proprio il 15° anniversario dalla morte del figlio per accusare l’Inps. «Attendo ancora dall’Inps di Venezia la liquidazione del beneficio economico previsto dalla legge sulle vittime del terrorismo».. Enzo ricorda l’uccisione del figlio Matteo, deceduto a Nassirya, durante uno scontro a fuoco con terroristi islamici. «Matteo è stato dichiarato vittima del terrorismo, e dopo un così lungo arco temporale, io, in qualità di padre, attendo ancora da parte dell’Inps di Venezia, la liquidazione del beneficio economico previsto dalla legge sulle vittime del terrorismo del 2006».
«Più volte« continua «ho sollecitato la sede Inps, recandomi anche di persona, affinché mi fosse liquidata questa somma peraltro di non grande entità. L’ente mi ha sempre detto che sarebbe stata liquidata quanto prima. Dopo 15 anni devo riscontrare invece la totale mancanza di sensibilità e di rispetto per la memoria di Matteo».
Enzo Vanzan ricorda come la legge stabilisca che ogni liquidazione economica in favore delle vittime del terrorismo deve concludersi entro il termine di 4 mesi dalla presentazione della domanda. «A mie spese» dice «ho fatto un atto di diffida e messa in mora nei confronti dell’Inps».
Amare le considerazioni finali. «La liquidazione di questa somma» spiega «certamente non riporta in vita mio figlio Matteo, ucciso nell’adempimento del proprio dovere a 22 anni e il cui ricordo è sempre vivo e doloroso. Come padre, con il dolore che serbo nel cuore, mi sono ripromesso di tutelare la memoria e l’onore di un soldato che si è immolato per la Patria e, da padre, io combatto contro burocrati che, oltre ad agire in modo illegittimo dimostrano, assoluta mancanza di rispetto e mancanza di sensibilità nei confronti delle vittime, dei loro familiari, tradendo, con ciò, i diritti e lo spirito della normativa, ma sopratutto, la memoria di giovani soldati che, con il loro sacrificio, hanno donato alla Patria il bene più prezioso che possedevano: la vita». —
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