Noè, l’uomo che salva i frigoriferi dopo l'acqua alta a Venezia

Stefano Noè, artigiano di Musile, da sette giorni lavora notte e giorno «Lavate con acqua dolce l’elettrodomestico e asciugatelo: poi arrivo» 

VENEZIA. Il cognome sembra uno scherzo del destino. È Noè, Stefano Noè, uno degli uomini più cercati nei giorni che seguono l’acqua alta. «Ma sarebbe stato meglio se mi fossi chiamato Mosè» scherza lui, con un cacciavite in mano.

Perché l’arca e tutte le battute che possono derivare dal racconto biblico non c’entrano. Noè non mette in salvo gli animali dal Diluvio universale, ma i frigoriferi dall'acqua alta. E non lo fa mosso da un sentimento di filantropia nei confronti delle macchine, ma lo fa per mestiere: frigorista di professione.

Noè viene da Musile e il suo è stato uno dei telefoni più “caldi” negli ultimi giorni: decine le telefonate che ha ricevuto dai titolari di bar, ristoranti, alberghi e negozi per un suo intervento all’indomani dell’acqua alta record. Disperati, in tanti se lo sono "conteso", con la speranza di "salvare il salvabile".

Noè mette mano ai frigoriferi: prova a rianimarli, cercando di ridurre al minimo i danni. «E in molti casi ci sono riuscito: sono state poche le macchine completamente da buttare» dice, soddisfatto, mentre lavora dietro il bancone di una bottega in campo Santo Stefano. Si tratta di uno dei locali maggiormente colpiti dall’acqua alta, con i suoi quattro frigoriferi e il congelatore completamente fuori uso. Ma Noè non si dà per vinto e prova comunque a ridare nuova vita a quei macchinari.

«Se ho visto situazioni particolari? No, solo un grande disastro ovunque» racconta. «Negli ultimi giorni ho aperto decine di macchine e la scena era sempre stessa. Acqua: tanta, tantissima acqua da tutte le parti, ovunque abbia messo le mani».

Che, per una persona inesperta, quasi sempre significa che la macchina - in questo caso, il frigorifero - è da buttare. In realtà non è sempre così. «In queste situazioni, la prima cosa da fare è sciacquare con l’acqua dolce la parte elettrica del frigorifero, per eliminare la salsedine; quindi attendere e asciugare attentamente con un phon» spiega Noè, ripetendo a voce i gesti che nell'ultima settimana hanno scandito le sue giornate.

«Chi ha avuto questa accortezza subito dopo l'allagamento, in quasi tutti i casi ha potuto salvare il frigorifero». Si parla di qualche migliaio di euro sottratto: «A livello industriale, il costo di questo genere di apparecchiatura è esorbitante. Per questo i gestori di bar e ristoranti si sono adoperati subito per cercare di limitare i danni: la perdita economica sarebbe stata enorme».

L.B.

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