Noale, falciato in bicicletta e lasciato morire nel fosso

NOALE. Tragedia sabato notte in via Gattoeo a Piombino Dese. Un diciottenne, studente all’Enaip di Noale, che tornava dal lavoro in bici è stato tamponato e ucciso da un’auto pirata condotta da una diciannovenne di Trebaseleghe, che si è costituita solo il giorno dopo.
La vittima è Ihab Abou El Seoud,residente a Levada di Piombino Dese, stagista al ristorante “Baracca” di Trebaseleghe. L’automobilista è stata denunciata in stato di libertà per omicidio stradale e omissione di soccorso. La tragedia si è consumata intorno alle 23 sulla strada che collega Silvelle a Piombino Dese, a poco più di mezzo chilometro dall’abitazione del ragazzo, che viveva in via Malcanton con la famiglia.

A ritrovarlo, privo di vita nel fossato che costeggia la strada, circa tre ore dopo l’accaduto, sono stati il padre Sarwat Abou El Seoud e la sorella Henda. Ihab era immerso nell’acqua, due metri più indietro c’erano fra l’erba la sua bicicletta e il suo cellulare. Sul posto sono arrivati la pattuglia della locale stazione dell’Arma con il comandante Giuseppe Maraschio, due ambulanze e i vigili del fuoco. Il medico ha potuto solo constatare l’avvenuto decesso. La salma è stata portata all’obitorio dell’ospedale di Camposampiero e messa a disposizione del magistrato, che ha ordinato l’autopsia per accertare se la morte sia è stata istantanea o se sia sopraggiunta in seguito ai traumi riportati, o addirittura sia dovuta ad annegamento.
Ihab aveva lasciato il ristorante verso le 22.30 di sabato, terminato il suo turno di lavoro come cameriere di sala. Da una settimana affrontava in bicicletta il tragitto casa-ristorante perché l’auto del padre è in riparazione a causa di un guasto. Sabato Ihab aveva in programma di passare la serata con degli amici e un’auto con due di loro alle 23 era già davanti all’abitazione di via Malcanton. Ma i minuti passavano e Ihab non si vedeva. Il padre è così uscito a chiedere ai due amici del figlio se lo avessero sentito. «Mi hanno detto di averci parlato circa mezzora prima» racconta Sarwat El Seoud «e che avevano provato più volte in seguito a richiamarlo ma il cellulare risultava spento. Allora sono rientrato in casa e ho chiamato il titolare del ristorante, il quale mi ha confermato che aveva salutato Ihab tra 22,15 e le 22,30. Mi sono sentito cadere il mondo addosso e ho chiesto ai due ragazzi di accompagnarmi al Baracca per vedere se la bici era ancora lì. Speravo che fosse stato trattenuto per qualche motivo, magari fuori dal locale. Ma la bicicletta non c’era».
Così i tre sono tornati a Levada e durante il tragitto El Seoud ha osservato la strada per cogliere qualche segno del passaggio del figlio. Ma sulla carreggiata non si sono imbattuti in alcun ostacolo. «Del resto i ragazzi avevano un fretta e mi hanno riportato subito a casa» continua l’uomo «Allora ho voluto ripercorrere assieme a mia figlia a piedi la strada da cui Ihab avrebbe dovuto arrivare».

Erano ormai quasi le due della notte quando, torcia in mano e figlia a fianco, Sarwat El Seoud dopo aver battuto palmo a palmo via Malcanton e poi via Gattoeo, a 300 metri dalla scuola elementare, lungo il rettilineo completamente al buio, è arrivato sul luogo della tragedia. È stata la torcia di Henda a illuminare la terribile scena. «Ihab era in posizione quasi seduta nel fosso con l’acqua che gli arrivava al naso» riferisce piangendo il papà «Mi sono sentito strappare il cuore, ci siamo buttati giù fra l’erba bagnata e il fango e l’abbiamo tirato fuori: ho cercato di fare la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco... Sono certo che le sue labbra erano ancora tiepide, ma da lui non c’è stato alcun segno. Poi sono arrivati quelli dell’ambulanza e hanno provato ancora e ancora, ma niente».
Sulla carreggiata i carabinieri hanno trovato alcuni pezzi di una Mercedes Classe A, sembra un tappo del paraurti anteriore e un frammento del cofano. Segno tangibile di un violento tamponamento. Sull’asfalto, evidenti, brevi segni di una frenata e, nel punto dell’impatto, il sacchetto del tabacco trinciato usato da Ihab.
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