«No all’impianto di gpl vicino alle case»
CHIOGGIA. Le hit del momento, i cori da stadio e gli slogan in rima per dire no all’impianto gpl di Val da Rio. Oltre trecento studenti del liceo Veronese e degli istituti tecnici Righi e Cestari ieri mattina sono scesi in strada per manifestare non contro il Comune o contro il gpl, ma contro l’impianto di gpl in quella posizione e contro la mancanza di informazione sul progetto in fase preliminare.
Studenti in corteo. Si sono ritrovati in massa, alle 8.30, davanti il palazzetto dello sport di via Togliatti e lì si sono organizzati per aprire il corteo.
A guidare la protesta Valentino Marchesan, Francesco Saracino e Riccardo Ciriello, rappresentanti di istituto, aiutati da altri ragazzi che si sono messi a disposizione nei giorni scorsi per preparare tutto nei minimi dettagli. A dar man forte agli studenti il comitato No Gpl che ha fornito anche materiale con i dubbi sollevati negli ultimi mesi. Il corteo ha percorso quasi tutto Borgo San Giovanni, da via Togliatti al ponte dei Cavanis.
A ritmo delle canzoni più famose del momento e dei cori da stadio i ragazzi hanno espresso la loro contrarietà all’impianto e al mancato coinvolgimento della città nelle fasi preliminari del progetto.
Le ragioni del no. Il comizio vero e proprio si è tenuto sul ponte Cavanis, a pochi metri in linea d’aria dai tre bomboloni. «Non siamo qui per fare terrorismo», spiega Valentino Marchesan, «per spaventare la gente. Non siamo qui contro il Comune (presente al corteo col vicesindaco Marco Veronese e il presidente del Consiglio Endri Bullo) o contro il gpl che è un carburante come tanti altri. Siamo qui per dire che un impianto di questo genere non può stare a ridosso di un centro abitato, nelle vicinanze di scuole, ponti, ferrovia e attività commerciali. La Seveso 3 dice che questi impianti non possono stare a meno di un chilometro dai centri abitati. Ci chiediamo come mai qui le distanze siano ben inferiori».
I ragazzi hanno risposto anche ad alcuni rilievi mossi da Socogas. «L’azienda pensa che non ci siamo informati a dovere», spiega Francesco Saracino, «non è così. Nei mesi scorsi ci siamo documentati e abbiamo capito che ci sono vari punti poco chiari. Non capiamo perché l’analisi dell’impatto acustico sia stata fatta dall’Arpav di Cavallino e non dall’Ispra di Chioggia, perché non si sia analizzato l’impatto delle gasiere sul traffico peschereccio o delle 20 autobotti al giorno sulla Romea. Ci dicono che l’impianto creerà occupazione. Al massimo una trentina di posti che per lo più andranno a operai specializzati magari non di Chioggia».
Mobilitazione continua. Gli studenti hanno chiuso il corteo, verso le 11.30, spiegando che la manifestazione non è un punto di arrivo, ma l’inizio di una fase di mobilitazione con cui i giovani della città vogliono dimostrare che ci sono e che il futuro di Chioggia è nei loro pensieri. «Nei social vi terremo informati sulle prossime iniziative», spiegano i rappresentanti di istituto, «non staremo a guardare, qualcuno ha pensato solo al portafogli noi invece pensiamo a cosa succederebbe alla città nel caso di incidente rilevante».
Giornata calda anche oggi. Di gpl si continuerà a parlare anche oggi, con la seconda udienza del Tar sul ricorso contro il deposito presentato dal comitato per il rilancio del porto, presente anche ieri in corteo.
Il Tribunale amministrativo entrerà nel merito dei rilievi avanzati dal pool di avvocati veneziani che curano il ricorso dei portuali, sulle anomalie dell’iter autorizzativo e la mancanza della Valutazione di impatto ambientale.
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