No alle tariffe in chiesa A Venezia vale l’offerta

Le reazioni al richiamo di Papa Francesco: molti preti “disobbediscono” alla Cei sui dieci euro da versare per far celebrare una messa. «Ognuno dà quel che può»

«Ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Ed è scandalo, quando il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari». È l’ultima accusa di Papa Francesco. Nella diocesi di Venezia giubilano in coro i sacerdoti. Sono contrari ai listini prezzi per ricevere i sacramenti o per celebrare la messa e numerosi “disobbediscono” alla Cei (Conferenza episcopale italiana) che ha stabilito una tariffa di 10 euro per la messa in memoria dei defunti. Spiega bene la questione monsignor Orlando Barbaro, canonico a San Marco, direttore dell’Ufficio liturgico: «Già nella riforma post conciliare è stata eliminata qualsiasi forma di tariffa per la celebrazione dei sacramenti, battesimi, cresime, matrimoni, funerali. L’unica cosa rimasta in vigore è l’offerta per la messa in memoria dei defunti. Quel contributo per il mantenimento del prete è stabilito dalla Cei: attualmente in Italia si parla di 10 euro».

Don Valter Perini svolge l’incarico di direttore dell’Ufficio catechistico e direttore per la pastorale scolastica. Il sacerdote precisa: «Che io sappia nella diocesi di Venezia non è mai esistito un tariffario, è proibito. La gente liberamente fa offerte per le necessità della parrocchia. Se qualcosa dovesse esserci bisogna farlo subito presente ai superiori».

Don Silvano Brusamento, parroco di San Trovaso e dei Carmini: «Sono d’accordo. L’ho sempre detto da quando sono stato ordinato prete, cioè da 47 anni. So che esiste la tariffa ufficiale per l’intenzione della messa, 10 euro. Non li ho mai chiesti anche se la disposizione arriva dall’alto. Speriamo che il Papa la tolga». “Disobbedienza” anche in Basilica Santa Maria della Salute. Offerte non tariffe. Francesco Blascovich, un volontario, raccoglie le offerte per le messe. In sacrestia c’è pure un enorme cartello. A tutti viene consegnato un foglietto: “La Sua offerta per la S. Messa è un’opera di carità e il segno della Sua partecipazione alla vita della Chiesa Cattolica attraverso il sostentamento dei Sacerdoti celebranti. L’importo è suggerito dalla Diocesi per dare un orientamento uguale per tutti, lasciando ovviamente libera una offerta maggiore, per chi lo desidera, o inferiore per chi ritenga, in coscienza, di non poter sostenere l’importo indicato».

A Mestre padre Livio della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria conclude: «Sarebbe qualcosa di contrario alla natura stessa del gesto che si fa».

Nadia De Lazzari

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