«No al degrado di Mestre», sfilano in 400

Da Palazzo Labia a campo Manin, sfidando la pioggia. Una delegazione incontra Orsoni a Ca’ Farsetti: «Basta chiacchiere»
Di Marta Artico
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 10.11.2013.- circa 500 partecipanti alla manifestazione Mestre OFF Limits.- Nella foto lo striscione "Mestre to Amo" in campo Manin
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 10.11.2013.- circa 500 partecipanti alla manifestazione Mestre OFF Limits.- Nella foto lo striscione "Mestre to Amo" in campo Manin

Nonostante la pioggia il Coordinamento dei comitati cittadini “Mestre Off Limits” è riuscito nell’impresa di raccogliere oltre 400 persone sotto l’ombrello e farle marciare con tanto di lumino in mano per dire basta al degrado in terraferma. Un lungo corteo partito da palazzo Labia si è snodato fino a campo Manin, mentre i rappresentanti dei cittadini hanno proseguito verso Ca’ Farsetti, dove sono stati accolti dal sindaco al quale hanno consegnato settemila firme.

Un quarto d’ora prima del gong, che suonava alle 16, c’era già qualche centinaio di persone: residenti, iscritti ai comitati, commercianti del centro (pasticceria Bido, Mario Romano, Esposti, Wind, Arteria cornici). Tra i rappresentanti dei comitati Sergio Bellemo (viale San Marco), Lorenzo Cagnoni (via Piave), Marisa Marilena (Cipressina), Di Natale (via Cappuccina), Luigi Corò (via Tessera) e il comitato di via Fradeletto. A guidare il corteo Fabrizio Coniglio, portavoce del comitato Mestre Centro e del Coordinamento, Vincenzo Rigamonti di Corso del Popolo e Alberto Semenzato di via Carducci. Ma c’era anche una rappresentanza del Lido, l’associazione Venessia.com, i separatisti e “SiAmo palais Lumiere”, il segretario regionale di Ugl polizia di stato, Mauro Armelao.

Tutti con il lumino acceso e al collo il cartellino con la scritta “Mestre off Limits”. Si è visto anche qualche politico, che però non ha portato bandiere visto che la manifestazione non aveva “colore”.

Una volta in campo Manin, i manifestanti hanno appoggiato i lumini a fianco alla statua che troneggia al centro e steso un grande striscione con la scritta “Mestre ti amo”. Poi una delegazione è stata accolta dal sindaco (aperta apposta Ca’ Farsetti) e dagli assessori Gianfranco Bettin, Ugo Bergamo, Alfiero Farinea, Sandro Simionato.

L’incontro è iniziato con qualche battuta pungente, ma poi l’atmosfera si è sciolta. «Abbiamo sfidato un novembre malinconico per consegnarle queste 7mila firme (è stata Mara Soletti a mettere nelle mani del sindaco il plico, ndr) che esprimono il forte disagio della città», ha esordito Coniglio. «Mi sento mestrino e amo Mestre più di voi», ha premesso il sindaco, «quello che vorrei è concretezza, tutti sono capaci a lamentarsi: vorrei dialogare su questioni concrete. Quando ho iniziato il mandato si diceva che a Mestre non si faceva nulla, adesso che si sono aperti i cantieri ci si lamenta che sono partiti».

«I piagnoni sono a casa», ha ribattuto Coniglio, «e noi siamo più realisti del re, per questo a breve le faremo pervenire una piattaforma dettagliata dei problemi e delle questioni da affrontare per poi ragionare. Strada per strada. Oggi il nostro scopo non era entrare nel merito, non siamo sfascisti: chi è qui è perché non ne può più di chiacchiere».

«Questa amministrazione ha sempre posto la massima attenzione su Mestre», ha replicato Orsoni. «Ogni aiuto concreto e preciso nell'affrontare le problematiche della città sarà per noi prezioso e tenuto nella massima considerazione. Stiamo lavorando con forza per rendere questa città bella: in questa fase in cui molti cantieri stanno terminando, i disagi sono evidenti. Stiamo facendo di tutto per chiudere queste situazioni nel più breve tempo possibile, ma ognuno di questi cantieri porterà un beneficio evidente alla città».

Orsoni ha parlato dei vigili, delle difficoltà che il Comune incontra sia perché il personale è scarso, ma anche per le “resistenze dei sindacati”. «Ho impiegato un anno per portare il posto fisso al Candiani, credetemi».

Rigamonti ha sottolineato la necessità che ci sia più informazione quando si parla di cantieri e posto l’accento sulla criminalità: «Sta passando il messaggio che Mestre è pericolosa, l’escalation di furti che sta subendo la città è incredibile». Orsoni ha precisato però, che l’interlocutore principale, in questo caso, è la polizia.©RIPRODUZIONE RISERVATA

GUARDA LA FOTOGALLERY

E COMMENTA

WWW.NUOVAVENEZIA.IT

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia