«No agli stop preventivi fermerò i diesel Euro 3 solo se si sfora il limite»

Scorzè non si allinea alle direttive del protocollo padano. E anche Mirano si limita a stabilire limiti sul riscaldamento
Agenzia Candussi, giornalista FAvarato. Protesta attivisti in via Miranese di fronte alla sede ARPAV
Agenzia Candussi, giornalista FAvarato. Protesta attivisti in via Miranese di fronte alla sede ARPAV

SCORZE' . Niente limitazione generale per le auto diesel Euro 3. Oggi il sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner emetterà un’ordinanza, con valenza già da domani, con tutti i limiti previsti alla circolazione dei mezzi sino al 31 marzo prossimo.

A differenza di quanto previsto nell’accordo tra le regioni della pianura padana e a quanto stanno facendo altri suoi colleghi dei vicini Comuni, Mestriner ha scelto di non limitare il transito degli euro 3; questi, assieme agli euro 4, non potranno viaggiare solo nei giorni in cui si sforeranno i limiti di inquinamento stabiliti dall’Arpav.

«Condivido molto lo sforzo da fare per eliminare tutti quei fattori che contribuiscono a fare della nostra aria uno delle meno salubri d’Europa» spiega Mestriner «ma i vincoli non sono sostenibili e non porterebbero ad alcun apprezzabile risultati sulla salute. Senza un’apprezzabile campagna di incentivi di massa, non si possono bloccare a casa centinaia di persone. Se le auto diesel sono il problema, ne va vietata la vendita e vanno dati degli incentivi ai proprietari delle auto esistenti per cambiare la vettura, magari con una elettrica o ibrida».



Per Mestriner, il sistema non può funzionare in questo modo. «I limiti» osserva «valgono solo per i Comuni capoluogo e per quelli confinanti. Se il problema è l’aria nella pianura padana, il provvedimento di blocco deve essere omogeneo in tutta la zona. In più le ordinanze dei sindaci valgono solo per le strade comunali e non per le altre».

Nessuna limitazione del traffico nemmeno a Mirano. Il Comune guidato da Maria Rosa Pavanello ha deciso di non adottare le misure più restrittive disposte nell’ambito del Piano per il bacino padano per i Comuni con popolazione superiore ai 30 mila abitanti.

Previsto un tetto all’uso del riscaldamento: le temperature all’interno degli edifici adibiti ad attività industriali e artigianali non devono superare i 17° C. Per tutti gli altri edifici, compresi quelli residenziali, il tetto è di 19° C. Vi sarà un margine di tolleranza di 2 C°. Le limitazioni non valgono per ospedali, case di cura, scuole, asili, piscine. Ridotto di due ore, ovvero 14 ore giornaliere, il periodo massimo consentito per l’utilizzo di impianti termici e di apparecchi per il riscaldamento quali stufe e caminetti alimentati a combustibili liquidi o solidi da attuarsi dalle 16 alle 18. Vietato utilizzare generatori di calore a biomasse inferiori o uguali alla classe 1 stella. Vietato bruciare all’aperto qualsiasi tipo di materiale. —




 

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