«No agli eccessi di carne ma evitiamo allarmismi»
Ha provocato un terremoto avvertito anche in città l’allarme lanciato lunedì dall’Organizzazione mondiale della Sanità sulla pericolosità della carne lavorata responsabile secondo lo Iarc (l’Agenzia per la ricerca sul cancro) di provocare tumori.
«Evitiamo allarmismi ingiustificati sul consumo di carne, è l’abuso a essere pericoloso», interviene Matteo Boso, vice presidente della Cia di Venezia, a difesa di un settore zootecnico che in Veneto conta più di mille aziende, di cui quasi 150 nel Veneziano. Nel Veneto il fatturato è di 70 milioni. «Non vorremmo», aggiunge Boso, «che partisse una campagna di terrorismo psicologico che rischia di mettere in ginocchio le nostre aziende: gli esperti e i medici stanno incitando al buon senso, noi produttori non possiamo che associarci a questo invito». Produttori e rivenditori sanno bene infatti che l’uso della carne deve essere moderato. Come spiega bene Mauro Chinellato presidente veneziano della Federcarni - Confcommercio che conta 115 iscritti tra i 200 macellai del Veneziano. «È vero che il consumo eccessivo di carne rossa fa male, come qualunque altro eccesso nell'alimentazione e per questo da sempre consigliamo di alternare il consumo di carne rossa ad altri tipi di alimenti nel quadro generale di una dieta bilanciata e controllata», dice Chinellato, che aggiunge: «È vero anche che i conservanti nei preparati di carne fanno male e infatti i preparati delle nostre macellerie vanno consumati freschi proprio perché non hanno conservanti, come hanno invece quelli di chi produce a livello industriale». Voci che si uniscono a un coro al quale ha partecipato anche il presidente Barack Obama, che ha replicato allo studio mangiandosi un hamburger di manzo con salsa al peperoncino e bacon. E anche per la Coldiretti del Veneto «l'indagine Oms sul consumo della carne rossa sta creando un panico immotivato per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, diversa e migliore e che i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana». (f.fur.)
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