«Niente veleni in via Pantiera»
JESOLO. Discarica di via Pantiera, il sindaco e Alisea meditano su denunce per procurato allarme.
Esposti e ricorsi dei residenti, assistiti dall’avvocato Luca Pavanetto, stanno scatenando l’ennesima battaglia nella zona di Piave Nuovo. Il legale ha parlato apertamente, a nome dei residenti, dell’insorgenza di malattie gravi, addirittura morti sospette, nel territorio della discarica. Frasi che non sono piaciute al primo cittadino e ai vertici della società di gestione, Alisa Spa, chiamati in causa. I residenti chiedono di non pagare o dimezzare le tasse sui rifiuti, inoltre hanno proposto una causa civile per il risarcimento dei danni alla salute e patrimoniali, vista la svalutazione degli immobili.
Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, si è rivolto dunque al legale e ai residenti riuniti nel comitato che si è consolidato a partire dagli anni ’80, ai tempi dell’insediamento della discarica.
«Non è possibile lanciare certe illazioni», dice il primo cittadino, «creando un’ingiustificata paura tra la gente. E addirittura in assenza di indagini epidemiologiche specifiche che possano fornire dei dati certi. Ci sono stati dei prelievi nella falda acquifera e i terreni da parte della stessa Alisea e di ditte private. E tutti hanno dato esito negativo. Non ci sono allarmi o ecomostri di cui parla l’avvocato».
L’avvocato Luca Pavanetto assiste un centinaio di residenti, ma non retrocede di un passo e non abbandona la sua posizione.
«Politica vuol dire anche ascoltare il disagio dei cittadini», replica il legale, «non negarlo aprioristicamente. Io, da sempre, quale umile avvocato, cerco di dare risposta ai danni che vengono lamentati dalla persone».
La tensione è nuovamente salita in via Pantiera, anche se il sindaco, dopo lo sfogo, cerca di stemperarla.
«Sono in ogni caso in previsione interventi di Alisea per creare una fascia di rispetto boschiva accanto alla discarica», ricorda il primo cittadino rassicurante, «che permetterà di proteggere i residenti e il cui intervento è previsto a breve, non appena sarà terminata la pista ciclabile i cui lavori sono in corso».
Adesso sono in gioco un esposto penale alla Procura della Repubblica, i ricorsi per le cartelle in commissione tributaria a Venezia, mentre il risarcimento dei danni seguirà un iter complesso per dimostrare il danno alla salute e la svalutazione di case che oggi come oggi non vorrebbe comprare più nessuno, mentre anche i giovani da Piave Nuovo se ne stanno andando via.
Al di là delle cause legali, il danno è fatto: in quella zona non vuole più vivere nessuno.(g.ca.)
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