«Niente tagli, la sanità sarà riqualificata»

Gumirato: Mirano non perderà Medicina, Dolo sarà potenziato. A Noale uffici e il “country hospital” entro fine anno
Di Massimo Scattolin
MIRANO:..OSPEDALE:..28/2/06 LIGHT IMAGE
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MIRANO. Sono trascorsi dieci mesi dalla delibera di giunta regionale che approvava le nuove schede di dotazione ospedaliera e territoriale. In pratica le linee guida dettate ai direttori generali delle varie Asl per la riorganizzazione della sanità nel prossimo triennio. Discussioni, polemiche, anticipazioni. L’occasione della Conferenza dei sindaci offre lo spunto per parlarne con Gino Gumirato, dal gennaio 2013 direttore generale dell’Asl 13. Per capire a che punto sia l’attuazione del programma, quali ostacoli ci sono, come cambierà – o potrebbe cambiare – la sanità, a livello ospedaliero e di servizi territoriali, nel Miranese e in Riviera.

Partiamo dal dato più evidente e che più ha scatenato polemiche: basta ospedali generici, avremo ospedali a indirizzo ben definito. Ospedale di Mirano a indirizzo chirurgico, ospedale di Dolo medico-internistico, dunque. E Noale?

«La correggo subito. L’avverbio da non dimenticare mai è: prevalentemente. Mirano sarà prevalentemente “chirurgico”, ma attenzione: la Medicina, per esempio, resta. Dolo sarà prevalentemente a indirizzo medico, internistico, riabilitativo, ma conserverà, per esempio, la Chirurgia di giornata. Ovvero la principale chirurgia della medicina moderna, non una chirurgia di serie B.

Dunque la Chirurgia resta a Dolo, per intenderci, i letti di Medicina a Mirano?

Non solo restano questi reparti, ma restano, tanto per fare un esempio, i Laboratori Analisi, la Diagnostica, la Radiologia, i Punti nascita, gli ambulatori per le visite, ovviamente i Pronto soccorso.

Nessun timore di chiusura, dunque, per l’ospedale di Dolo.

Se avessimo 240 milioni per costruirne un altro, potremmo anche chiuderlo. Dato che quei soldi non ci sono, non solo lo manteniamo, ma lo potenziamo.

Come?

I servizi in Riviera non caleranno, anzi aumenteranno. Il 67% di ricoveri nell’Asl 13 è di area medica. Dolo attrarrà, non perderà pazienti. La grande maggioranza dei ricoveri è in Lungodegenza, Medicina, Oncologia, Neurologia, Geritria. Com’è possibile che Dolo si depotenzi?

E il nuovo Pronto soccorso di Dolo?

Facciamo chiarezza una volta per tutte. A Dolo il blocco nord è totalmente a norma. Nel blocco sud ci sono grandi lavori da fare e straordinari problemi per la totale messa a norma antisismica. Il Pronto soccorso è inserito in un blocco che comprende la Radiologia, il blocco operatorio. Reparti ad altissima tecnologia. Per la sistemazione antisismica sono necessari 11-12 milioni. Al momento ce ne sono non cinque o sette, ma due. Se ce ne concedono altri, ragioniamo su cosa fare.

A Dolo arriverà anche la Lungodegenza da Noale. Il P.F.Calvi è destinato a svuotarsi?

Nessun ospedale può reggersi con un unico reparto per acuti. Lungodegenza si sposterà a Dolo, nel blocco sud. Prima dovremo fare dei lavori. Tempo previsto: 12-18 mesi.

I soldi ci sono?

C’è una richiesta di finanziamento alla Regione. Se ci accontentano tanto meglio. In caso contrario, sì, i soldi ci sono. Grazie all’utile realizzato nel 2013 siamo in grado di autofinanziarci.

A Noale allora cosa resterà?

Resteranno i servizi attuali, esclusa Lungodegenza. Al monoblocco di Noale sarà inoltre collegato l’obiettivo di razionalizzazione degli uffici della direzione che lasceranno le attuali sedi.

Noale viene indicata dalle schede come sede dell’ospedale di comunità. Conferma?

Sì, a Noale saranno attivati entro la fine del 2014 i 40 posti letto di “ospedale di comunità”, quella struttura intermedia tra il ricovero per acuti, l’intervento che prevede qualche giorno di degenza e poi sei a casa, e la residenza territoriale. È la struttura che deve dare una risposta a tutti quei pazienti, di solito over 75-80, che, al di là dell’intervento in questione, presentano poi una situazione di comorbilità, e quindi problemi di osteoporosi, diabete, altre malattie, che non vengono eliminate una volta concluso l’intervento.

Ma le schede non prevedevano 111 posti letto di ospedale di comunità da attivare? Attivati i 40 a Noale, dove sono gli altri?

Gli altri 70 comprendono posti di Urt (unità riabilitative territoriali), servizi territoriali, hospice. Al momento pensiamo di poter attivare una decina di posti letto di hospice. Abbiamo richieste da Scorzè, Stra, Dolo.

A livello territoriale dunque c’è ancora molto da fare.

Certo, sui posti letto per non acuti si può e si deve fare qualcosa. Ecco, se c’è una battaglia che i sindaci possono intraprendere è proprio questa. Premere sulla Regione perchè ne finanzi altri.

Quanti?

Il Piano locale per la non autosufficienza prevede 968 posti attivati: la Regione ne finanzia 861. In costruzione ce ne sono altri 609, tra Fiesso, Camponogara, Mira, Spinea, Vigonovo e Pianiga.

E una volta costruiti dovranno essere finanziati.

Diciamo che l’obiettivo che si deve cercare di raggiungere è questo.

Torniamo a Mirano: la Medicina e gli altri servizi non spariscono. La Cardiochirurgia è a esaurimento: concretamente cosa significa?

La Cardiochirurgia di Mirano tratta 80 casi all’anno: è una situazione non prevista da nessuna linea guida internazionale. Certo, ha un outcome eccezionale, risultati eccellenti. Concretamente cosa cambia? Il direttore sarà a Mestre, i pazienti verranno gestiti a Mestre e a Mirano, come fossero un unico ospedale. Il mix tra Mirano e Mestre non potrà che portare ad aumentare la casistica e migliorare la professionalità, già elevatissima, di ciascuno.

Prime prove di fusione tra Asl?

No, è la moderna medicina che ci porta a questo. Quello che al cittadino deve interessare è avere garantita la massima efficienza per la sua patologia. E questo oggi non si può ottenere pensando di avere tutto nell’ospedale sotto casa.

Immagino che nemmeno le Ostetricie di Mirano e Dolo siano in discussione.

Sarà tutto come ora. Il primariato sarà a Dolo. Ma quanti giorni, per capirci, dedicare a Mirano piuttosto che a Dolo spetterà solo al direttore di Ostetricia Ginecologia deciderlo.

Scorzè non fa mistero di voler uscire dall’Asl 13. Preoccupato per le spinte “secessioniste”?

Abbiamo il 20% di nostri pazienti che scelgono altre Asl. La fuga, preoccupante, c’è già. Sono i cittadini che decidono dove curarsi, al di là dei confini delle Asl. L’obiettivo è cercare di frenare questa emorragia.

Veniamo agli investimenti possibili, bilancio alla mano.

Certe cifre che girano sui fondi che avremmo in cassa sono inventate, semplicemente sono soldi che non ci sono. Noi abbiamo 6 milioni per investimenti, due milioni per nuove tecnologie, due milioni per il Pronto soccorso di Dolo, e per il trasferimento di Dialisi da Noale a Mirano 1,3 milioni, oltre ai soldi necessari per la messa a norma della Lungodegenza a Dolo. Questo quello che c’è. Detto questo, ho una lista di una ventina di interventi da sollecitare alla Regione.

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