Niente stage per lo studente ipovedente

Mogliano. Il Comune non ha concesso a Pietro la possibilità di fare un tirocinio in biblioteca. La madre: «Una delusione»
Di Matteo Marcon

MOGLIANO. Niente stage in biblioteca per lo studente disabile: Pietro, 19 anni, risiede nel quartiere Ovest, frequenta il liceo artistico ed è pluridisabile, ipovedente con difficoltà motorie. Il suo tentativo di entrare nel mondo del lavoro sta diventando una vera e propria odissea.

La richiesta di avviare uno stage in Comune sembra essersi infranta in un mare di burocrazia: «A febbraio», spiega la madre Gloria Flocchini, «abbiamo chiesto alla biblioteca di Mogliano di poter svolgere uno stage di 3 ore al giorno per 3 giorni: per un totale di 9 ore alla settimana. Ma ci è stato negato e stiamo cercando di rivolgerci ad altre strutture».

L’esperienza del tirocinio in un luogo di lavoro, oggi, è parte integrante del sistema formativo: «La necessità di effettuare uno stage è un obbligo scolastico», spiega la madre, «abbiamo pensato di rivolgerci per prima cosa a una struttura nel nostro comune di residenza per ragioni pratiche».

Ogni mattina, per recarsi a scuola nel centro di Treviso, il giovane studente beneficia di un servizio di trasporto che è reso possibile grazie alla Provincia e alla struttura di volontariato moglianese, coordinata da Emilio Tessarin. «Conosciamo il ragazzo», spiega Tesserin, «e ci ha sorpreso, con rammarico, il fatto che non gli sia stata concessa la possibilità di fare questo tirocinio».

«Avrebbe potuto occuparsi di inserimento dati, catalogazione», spiega la madre, «la sua presenza in biblioteca non avrebbe pesato sugli operatori perché sarebbe stato comunque sempre accompagnato o dall’addetta alla assistenza o dalla mediatrice alla comunicazione che lo segue o dall’insegnante di sostegno. Forse quando non si vuol fare una cosa una scusa vale l’altra, certe motivazioni ci sembrano davvero campate in aria».

Dopo il diniego del Comune di Mogliano, c’è stato un secondo tentativo all’Anteas di Treviso, anche qui senza esito, e la disponibilità finale da parte dell’Asl 9 per un inserimento lavorativo nei servizi ubicati alla Madonnina (Treviso, via Castellana, zona Stiore). Ma anche qui non mancano i problemi: «Non ci sono i mezzi di trasporto adatti, l’utilizzo di un normale autobus di linea è stato sconsigliato dalle assistenti sociali», spiega Gloria Flocchini, «potrebbe essere rischioso. E servirebbero poi permessi speciali, stiamo cercando di organizzarci ma non é facile». La terza soluzione trovata, dunque, non è la più agevole. A essere coinvolti in questa vicenda oltre al comune, sono anche il Servizio Inserimento Lavorativo (Sil) e il servizio età evolutiva dell’Asl 9, entrambi con sede a Mogliano. Negli ingranaggi del mondo assistenziale che opera a tutela delle persone affette da disabilità, qualcosa, per questo caso deve essersi inceppato.

Provando a chiedere spiegazioni al Comune di Mogliano si ottengono risposte contraddittorie: «Per noi non c’era alcun problema, anzi», rispondono se si chiama in biblioteca, «quando è arrivata la richiesta abbiamo indicato gli uffici preposti». «Abbiamo già una persona del Ceis, inserita», rispondono i vertici dell’ufficio cultura, «questo caso specifico non ci è noto».

«Questa notizia non ha nessun fondamento, nessuno si è rivolto a noi. Non ne sappiamo nulla», dichiara l’assessore alla cultura Ferdinando Minello». Un bel balletto, insomma, che lascia l’amaro in bocca a tutti.

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