Niente scorta, fermo in aeroporto
MIRANO. Testimone di giustizia arriva all’aeroporto per partecipare a una serie di incontri promossi da Libera a Mirano sulla ’ndrangheta ma allo scalo di Treviso non trova la scorta della Questura e resta bloccato. Si è conclusa solo ieri sera la disavventura di Rocco Mangiardi, il testimone di giustizia calabrese bloccato per tre ore – a causa di un disguido – all’aeroporto Canova di Treviso. Ieri sera è arrivata la tutela e ha così potuto lasciare l’aeroporto di Treviso-Venezia, dove era giunto nel pomeriggio da Lamezia Terme.
Mangiardi nei prossimi giorni parteciperà a una serie di incontri sulla legalità promossi dall’associazione Libera con le scuole di Mirano, città dove ieri sera Mangiardi è stato portato in auto in un albergo.
Il testimone di giustizia di Lamezia Terme, Rocco Mangiardi, è rimasto bloccato allo scalo della Marca, gemellato con il Marco Polo di Venezia, circa tre ore.
Mangiardi, ieri pomeriggio, dopo essere stato accompagnato in aeroporto dalla scorta fino all’imbarco, è partito in aereo da Lamezia Terme per il Veneto. Tutto è stato regolare, fino alla sorpresa all’arrivo nello scalo veneto: ad attendere il testimone di giustizia – per il quale è stabilito il regime di protezione – la polizia non c’era. Giunto all’aeroporto di Treviso, infatti, ad attenderlo non c’era la squadra di scorta così come previsto. Da qui vari contatti telefonici con la Digos di Lamezia Terme, che «non sa ufficialmente cosa è successo», e con la Questura di Venezia che, stando a quanto riferito da Mangiardi, non sarebbe stata informata del suo arrivo.
Stando a fonti della Questura veneziana, si è trattato invece di un disguido formale. Sulle carte arrivate alla polizia lagunare era indicato l’aeroporto Marco Polo di Venezia come scalo di arrivo di Mangiardi, il servizio era quindi stato organizzato in laguna. L’aereo dalla Calabria era diretto però a Treviso, il Canova, l’altro scalo della Save. Tutto risolto e conferenze confermate.
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