Niente patteggiamento per la truffa della ghisa

Un anno e otto mesi per Mercuri, la Procura non accetta la proposta del legale La villa e i capannoni di Camponogara restano ancora sotto sequestro
Di Giorgio Cecchetti

CAMPONOGARA. Dopo l’udienza della scorsa settimana davanti al Tribunale, per discutere della misura di prevenzione attraverso la quale la Procura della Repubblica di Venezia ha posto sotto sequestro la villa e il capannone industriale a Camponogara e una decina di camion, ieri, gli imprenditori di origine calabrese Michelangelo e Cristian Mercuri ed altri sette indagati sono comparsi davanti al giudice dell’udienza preliminare Alberto Scaramuzza, dopo che il pubblico ministero Giorgio Gava aveva chiesto il loro rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. Il difensore di Michelangelo Mercuri ha cercato l’accordo con il rappresentante dell’accusa per patteggiare la pena, ma un anno e otto mesi di reclusione il pm li ha giudicati insufficienti e non ha prestato il consenso. L’udienza è stata rinviata al 26 giugno, giorno in cui saranno avanzate le richieste di rito abbreviato e saranno discusse le varie posizioni degli indagati. La sentenza è prevista per il 3 luglio e così la decisione del magistrato nei confronti di coloro che affronteranno l’udienza preliminare e di conseguenza il processo in caso di rinvio a giudizio.

Nel luglio 2012 erano stati raggiunti da misure di custodia 9 indagati: cinque in carcere, per una serie di truffe nel campo del trasporto di materiali ferrosi che in sei mesi avrebbero garantito agli ideatori all'incirca un milione di euro. Il business illegale smantellato dai carabinieri si basava su società create ad arte per aggiudicarsi il trasporto in subappalto di carichi di ghisa e altri metalli, che finivano da ricettatori compiacenti invece che nelle fonderie dove gli spedizionieri inviavano i prodotti. Tutto era iniziato due anni prima dopo la denuncia da parte di una ditta di Mestre a cui erano spariti tredici carichi di ghisa. Una decina le aziende vittime dei raggiri di cui quattro ieri si sono costituite parte civile. Erano finiti in carcere Michelangelo Mercuri, 28 anni, di Camponogara; Luigi Surian, (48), di Eraclea; Francesco Surian, (45), di Eraclea; Francesco Salvadori, (44) di Villorba (Treviso); Abele Paolo Rodà (61), di Mira. Avevano invece l'obbligo della dimora nel comune di residenza: Costantin Duminica, 49 anni, residente a Mestre; Cristian Mercuri (23) di Polistena (Reggio Calabria); Petru Curca, (49), moldavo residente a Padova; Virgilio Taglioni, (66) di Fermo. Le indagini, eseguite dalla sezione di pg dei carabinieri della Procura di Venezia e coordinate dal pm Giorgio Gava, sono state avviate a seguito della denuncia, presentata nel mese di marzo del 2011, da una società di spedizioni di Mestre.

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