«Niente ospedale unico ma risorse agli altri tre»

Zaia conferma l’impegno della Regione per la sanità del Veneto Orientale Conferme per Ostetricia a Portogruaro e San Donà e Riabilitazione a Jesolo
F.GAVAGNIN (PER DINELLLO) PRONTO SOCCORSO E OSPEDALE CIVILE DI PORTOGRUARO
F.GAVAGNIN (PER DINELLLO) PRONTO SOCCORSO E OSPEDALE CIVILE DI PORTOGRUARO

PORTOGRUARO. «L’idea dell’ospedale unico del Veneto Orientale è sepolta per sempre». Lo dice a chiare lettere il presidente del Veneto Luca Zaia, in occasione di un evento sulla spiaggia a Jesolo.

Ma l’eco delle sue parole risuona in tutto il Veneto Orientale dove si continuerà a investire sui tre ospedali storici di Portogruaro, San Donà e Jesolo. Zaia, affiancato dal direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza, da convinto assertore dell’ospedale unico ora ne ha decretato il decesso, evidenziando invece che si continuerà a investire negli ospedali “sotto casa” del Veneto Orientale. Conferme dunque anche per Ostetricia a Portogruaro e San Donà e il potenziamento dei reparti ospedalieri di eccellenza sulle rive del Lemene come del Piave e sulla spiaggia di Jesolo. Si continua a dare concretezza alle schede regionali che parlando di Chirurgia a Portogruaro, Medicina a San Donà e Riabilitazione a Jesolo, pur con parti consistenti dei vari reparti in ogni presidio, in modo da assicurare tutto.

«Gli immancabili gufi», ha detto Zaia, «hanno dato per morto l’ospedale di Jesolo a più riprese, invece vengo spesso volentieri da queste parti perché c’è sempre una novità da inaugurare, nuovi macchinari, nuovi servizi, nuove cure nell’ospedale, una spiaggia di grande significato, probabilmente l’unica totalmente inclusiva d’Italia, come quella per cui ci troviamo qui oggi». Nel suo intervento, Zaia ha fatto una panoramica sulla sanità del Veneto.

«Sessantotto ospedali ci sono e 68 ospedali rimarranno», ha scandito, «anche con la riforma che stiamo discutendo in questi giorni in Consiglio regionale, perché nessuno verrà né declassato né tanto meno dismesso, mentre invece investiremo ancora in strutture, in alta tecnologia, in cure più moderne che tengano le persone in ospedale il minor tempo possibile e possano tornare a casa curate e guarite ancor meglio di oggi. Non ascoltate chi dice che avremmo chiuso ospedali, i bambini sarebbero nati per strada, gli anziani sarebbero morti sulle panchine di un parco. La realtà è l’esatto contrario. Gli ospedali crescono strutturalmente e tecnologicamente, i servizi cambiano ma solo per migliorare, l’età media in Veneto è salita a 82 anni e tre mesi, le donne colpite da tumore al seno guariscono nel 95% dei casi».

«Gli americani del Craig Hospital, guru della riabilitazione», continua Zaia, «vengono a Motta di Livenza e sgranano gli occhi. L’unica differenza è che in America una settimana di riabilitazione si paga 15 mila dollari e a Motta tutte le cure sono gratuite. Ricordiamocene quando viene voglia di lamentarsi perché il purè è poco saporito».

Giovanni Cagnassi

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