Niente multa al parroco per le campane rumorose
PRAMAGGIORE. Si è risolta, positivamente, la questione della multa di oltre 1.300 euro inflitta a don Giuseppe Gianotto, il parroco di Pramaggiore. L'uomo, capitolo della cattedrale di Pordenone ma da decenni fisso alla parrocchia di via Roma a Pramaggiore, non deve pagare la sanzione amministrativa. Restano però le spese del ricorso che ammontano a 200 euro circa. Le spese, secondo le intenzioni del Comune, verranno pagate dall'amministrazione comunale stessa, che poi è l'ente che ha annullato la multa, accettando il ricorso del parroco.
Sollievo nella comunità religiosa. Meno soddisfatto della faccenda però è colui che ha inoltrato l'esposto all'Arpav. Cosa farà ora il signor Pietro Marcandrea? Sabato è la festa del patrono di Pramaggiore, che è lo stesso di Venezia e della vicina Pordenone: San Marco. Solleverà un altro putiferio? È molto difficile, ma il pensionato, proveniente dalla Liguria e originario delle Puglie, ha già dimostrato di non fermarsi di fronte a nulla. Al punto da convincere alcuni residenti di Pramaggiore a raccogliere delle firme per cacciarlo dal paese.
A comunicare ufficialmente l'estinzione della multa è stato il sindaco del Comune pramaggiorense, Leopoldo Demo. Che tira un po’ le orecchie anche ad Arpav. «La questione si è risolta positivamente», ha riferito il primo cittadino pramaggiorense, che abita poco distante, a Portogruaro, «e con molto buon senso. Sono convinto che come amministrazione abbiamo fatto la cosa giusta. Il ricorso è stato accolto, e la multa quindi non è stata nemmeno pagata alla scadenza, il 18 aprile scorso. Mi auguro che Arpav la prossima volta ci contatti, prima di spedire la multa a chicchessia. Gradiremmo essere prima informati, per poter valutare tutto in modo sereno».
Tutto era accaduto a metà febbraio scorso, quando il parroco, don Giuseppe Gianotto, comunicò ai fedeli, riuniti in chiesa per la messa domenicale, di aver ricevuto la notifica della sanzione. Lì si è scoperto il pentolone.
Nel “brodo” c'era anche un precedente. Pietro Marcandrea e il parroco don Gianotto avevano già avuto modo di discutere sulle campane. E dopo quell'incontro il sacerdote abolì i rintocchi notturni. Ma al pensionato non bastava. Ha chiesto i rilevamenti dell'Arpav prima delle messe e si è scoperto che per tre volte avevano sforato (di poco per giunta) il livello di decibel consentito. Da qui la multa e poi la sua estinzione.
La storia si è conclusa, la curiosa polemica un po’ alla Peppone e don Camillo forse continua. Niente multa, ma lo scampanio più o meno festivo continuerà.
Rosario Padovano
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