Niente luminarie ma buio e degrado. Questo il Natale dell’ex Umberto I a Mestre
MESTRE. La finestra sul degrado si trova lungo via Ospedale, la strada che da piazzale Candiani porta in via Circonvallazione. La bellezza del clima natalizio qui non arriverà.
Niente luminarie natalizie, alberi illuminati a festa in questa strada del centro cittadino che da anni è diventata una periferia centrale.
La recinzione dell’area di quattro ettari dell’ex ospedale è stata di nuovo rotta, il legno è stato aperto come il burro. Una finestra malandata da cui lanciare lo sguardo sul degrado e l’abbandono.
E la visione fa male.
Non è la prima volta che capita, per carità, in dieci anni di attese e di progetti di torri alte più di cento metri che oggi sono una fantasia che infastidisce al solo pensiero.
Si introduce la testa e l’ex Umberto I si mostra per quello che è. Quattro ettari di terreni abbandonati, erboni alti, pietre, immondizia e grandi pozze d’acqua stagnante che sono la casa di ratti e zanzare tigre. Infatti chi abita nella zona se le ritrova in casa, in giardino, negli uffici, per strada. Puntute e fastidiose nonostante le temperature in calo.
Colpisce il silenzio di questo grande spazio che aveva un passato, quello di ospedale civile, ed oggi ha un presente di “buco nero” a 500 metri dalla piazza Ferretto che ha già l’albero di Natale e le casette del mercatino. E il futuro?
Quello dipende dai consigli di amministrazione delle banche che devono dare il loro benestare, se e quando ci sarà, all’acquisizione dell’area da parte di una cordata di imprenditori.
Federica Candiotto, commercialista mestrina e curatrice del fallimento della Dng, la società trentina che aveva acquistato l’area dell’ex Umberto I dalla azienda sanitaria per 52 milioni di euro, allarga le braccia. «Non dipende da me, siamo in attesa delle decisioni del tribunale e del comitato dei creditori. I tempi sono evidentemente lunghi, ma la questione è complessa», spiega la professionista.
Il giudice del tribunale fallimentare ha fissato, intanto, una udienza per il 9 gennaio 2019, subito dopo le feste natalizie, per la verifica delle tardive, ovvero le richieste di creditori che si sono fatti avanti solo adesso.
Sarà l’ennesimo Natale con il “buco nero” per Mestre.
Un architetto veneziano, nel ruolo di perito del tribunale, è stato incaricato nei mesi scorsi dal giudice, di valutare il valore attuale dell’area: 15 milioni di euro, una cifra molto vicina a quella offerta dagli imprenditori che sperano di accaparrarsi i quattro ettari con una procedura di concordato. Si attende il via libera dei consigli di amministrazione degli istituti bancari che hanno finanziato l’acquisto dell’area da parte della Dng e ora vantano crediti per circa una sessantina di milioni di euro. In caso il concordato non trovasse valutazione positiva, si arriverà alla procedura di asta pubblica.
E non ci vorranno pochi mesi. Il curatore fallimentare ha già nei mesi scorsi ricordato a tutti che «il fallimento non ha soldi e al momento è il Comune a sobbarcarsi spese di guardiania e vigilanza dell’area, con tutti i disagi».
Insomma la città e l’amministrazione comunale continuano a spendere per i quattro ettari dell’ex ospedale ricevendo solo in cambio un degrado che allontana la gente, desertifica l’area dal Candiani fino a via Circonvallazione, strada dove oggi i negozianti che restano aperti sono davvero dei “resistenti”, per dirla con il titolo di una mostra fotografica del gruppo “Second life” . Cittadini che nell’attesa del cambiamento, hanno finito con il perdere speranza.
Come tanti.
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