Niente lancio di riso ai matrimoni civili

Niente più lancio del riso, all’uscita dal portone del municipio di San Donà, per le coppie di novelli sposi. Il Consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per la celebrazione dei matrimoni...
Barsotti Interpress Venezia, 14.09.2007.- Lancio di riso dopo le Nozze.-
Barsotti Interpress Venezia, 14.09.2007.- Lancio di riso dopo le Nozze.-

Niente più lancio del riso, all’uscita dal portone del municipio di San Donà, per le coppie di novelli sposi. Il Consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per la celebrazione dei matrimoni civili. Un provvedimento che punta a semplificare gli adempimenti e migliorare la gestione organizzativa di un momento così importante. Ma c’è un tema che ha fatto discutere in aula. Il regolamento proibisce il classico lancio del riso. Di fatto il divieto era già esistente, sotto forma di raccomandazione consegnata agli sposi. Ma adesso il divieto è nel regolamento.

Dubbi sono stati espressi da Alberto Gobbo (Forza Italia) che, con gli 875 matrimoni officiati, è il recordman dei consiglieri celebranti: «Non dobbiamo privare la possibilità di distribuire il riso o i petali. Se la preoccupazione è per il decoro, si potrebbe studiare una qualche forma di contributo per pagare la pulizia».

«Non siamo un’amministrazione risofobica. Dalle verifiche fatte», ha replicato l’assessore Luca Marusso, «sono già in maggioranza i Comuni che vietano il lancio. Al di là del gesto di buon auspicio, vi sono problemi di sicurezza». Il riso può diventare pericoloso sulla pavimentazione del porticato del municipio. Senza contare che le celebrazioni di sabato non consentirebbero l’intervento degli operatori per l’immediata pulizia.

«Si è deciso di mettere in regolamento ciò che era già una disposizione dirigenziale. In ogni caso non mi risulta che siano state elevate sanzioni», conclude Marusso, «il buon senso porterà gli addetti a valutare. Se non vi sarà un abuso o uno scempio di questa tradizione, non ci saranno sorprese che rovineranno il più bel giorno dei nostri cittadini».

Giovanni Monforte

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