«Niente fermo pesca senza gli arretrati»
CHIOGGIA. «Nessun fermo biologico nel 2017 se non saranno corrisposte alle imprese le indennità dovute per il fermo del 2015 e 2016». Dura presa di posizione della giunta di Federpesca, l’associazion...
CHIOGGIA. «Nessun fermo biologico nel 2017 se non saranno corrisposte alle imprese le indennità dovute per il fermo del 2015 e 2016». Dura presa di posizione della giunta di Federpesca, l’associazione degli armatori di pescherecci che tra i suoi dirigenti nazionali vede anche il chioggiotto Roberto Penzo.
«L’interruzione prolungata dell’attività di pesca», dice Luigi Giannini, presidente della Federazione, «imposta nello scorso biennio con il fermo biologico e quello tecnico, ha costretto le aziende a sopportare comunque i costi di armamento del peschereccio, visti anche i ritardi e le inefficienze nei pagamenti delle indennità di cassa integrazione per gli equipaggi».
Quest’anno, sostiene Federpesca, nessuno potrà impedire il disarmo generale delle unità da pesca interessate dal fermo se gli armatori non incasseranno prima le indennità attese da due anni. «
Che ognuno si assuma le proprie responsabilità» dice Giannini, visto che «le norme escludono l’impresa dal diritto all’indennità anche per un solo giorno di ritardo nel presentare la documentazione richiesta, ma poi lo Stato si auto-concede due anni di “flessibilità” nel pagamento».
E c’è anche una questione di merito: «si continua a riproporre un fermo davvero poco utile, perché non ne sono chiari gli obiettivi di conservazione delle risorse ittiche ed è pure trascurato l’impatto commerciale sulle imprese di pesca. Una misura che il Ministero vorrebbe indennizzare per 26 giornate, a fronte di un’interruzione di 90, compreso il fermo tecnico». A questo punto, conclude Giannini, «per gli imprenditori della pesca italiana, è meglio lasciare i pescherecci in disarmo a banchina e andare in spiaggia».
(d.deg.)
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