Niente asilo e poche suore, il convento diventa albergo
VENEZIA. L’asilo dove sono cresciute generazioni di veneziani è chiuso da un anno. Le suore sono rimaste in otto. E le spese aumentano. Così si riaffaccia concretamente l’ipotesi della vendita di palazzo Seriman, splendido palazzo gotico ai Gesuiti, convento delle suore, di recente restaurato e consolidato.
La proprietà dello storico edificio è dell’ordine delle religiose. Così la Madre generale delle Ancelle di Gesù Bambino ha preso il dossier ed è andata dal patriarca Francesco Moraglia. Chiedendo se, come prevede lo Statuto dell’Ordine il Patriarcato, che ha la prelazione nel caso di vendita degli edifici, fosse interessato a prenderlo ingestione. La risposta è stata negativa, vista la situazione generale di difficoltà delle finanze della Curia.
E adesso toccherà alle suore decidere. Contatti ci sono stati con imprese e professionisti. L’edificio, di fattura splendida e in posizione strategica, si presta ovviamente alla destinazione turistica. Potrebbe facilmente diventare l’ennesimo albergo, essendo anche dotato di ascensore, camere e luoghi comuni, un giardino tra due canali unico nel suo genere a Venezia.
Qualche tempo fa c’era stato qualche contatto con le immobiliari ma poi la decisione era stata sospesa. Adesso sembra che palazzo Seriman sia di nuovo sul mercato.
Proteste e grande delusione da parte dei cittadini che abitano nel quartiere. «Faremo una raccolta di firme, ci rivolgeremo al patriarca», annunciano.
Da sempre il palazzo era per tutti il simbolo di una scuola materna di buon livello, gestita dalle religiose. Ma un po’ alla volta i bambini sono diminuiti, insieme al calo della popolazione. Per tenere aperto l’asilo le suore, molte in età avanzata, avrebbero dovuto assumere alcune maestre. Un costo insostenibile. Così l’anno scorso l’asilo è stato chiuso, come lo era stato pochi anni prima quello vicino delle suore Imeldine a San Canciano.
E adesso si torna a parlare della possibile destinazione da albergo. La fine che hanno fatto altri edifici religiosi, come il convento delle Mantellate a Sant’Elena, quello di Cannaregio oggetto di una recente polemica sul cambio d’uso concesso dal Comune. Un destino che sembra ineluttabile. I grandi palazzi veneziani, svuotati delle loro funzioni, trasformati in alberghi.
E non fanno eccezione gli edifici di proprietà delle congregazioni religiose. In alcuni casi si è scelta la convivenza tra gli ospiti , anche studenti , e i turisti. In altri, come il convento delle suore, la possibilità di vendere l’edificio. Una trasformazione che non si ferma. E cozza anche contro l’etica delle donazioni religiose. Chi ha lasciato i suoi beni alla Chiesa forse non intendeva che questi fossero utilizzati per diventare alberghi. —
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