Nessuna richiesta di scarcerazione per Manuela Cacco
CAMPONOGARA. «La richiesta di scarcerazione di Manuela Cacco (nella foto), reclusa alla Giudecca, o alla luce delle nuove accuse emerse slitta di qualche mese per valutare con esattezza le carte della Procura e la validità degli elementi in mano al pm Giorgio Falcone». A dirlo è Alessandro Menegazzo l’avvocato di Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara implicata con i fratelli Freddy e Debora Sorgato nell’omicidio della segretaria padovana Isabella Noventa. La Cacco è accusata di omicidio volontario in concorso, occultamento di cadavere, stalking e simulazione di reato per aver fatto finta di perdere il telefonino con cui perseguitava la Noventa. Questa nuova accusa è emersa dalle carte della richiesta di rinvio a giudizio spedite dal pm Giorgio Falcone al Tribunale di Padova.
«Il rinvio della richiesta di modifica della custodia cautelare in carcere», spiega Menegazzo, «è solo un fatto legato ai tempi necessari per capire quali elementi sorreggono le accuse che pendono sulla testa di Manuela Cacco. Si parla di complicità in omicidio e l’elemento provante l’ideazione e la complicità è la posizione dell’Audi Avant di Freddy davanti casa: tutto da dimostrare. L’auto di Freddy infatti si trovava a decine di metri dalla cancellata di recinzione della villetta di Sorgato nel buio più fitto di una notte d’inverno. Si parla di ideazione comune dell’omicidio con i fratelli Sorgato con segnali fatti addirittura attraverso le posizioni delle auto. Ma allora perché, se non volevano essere intercettati, Debora Sorgato chiede a Manuela nella notte dove si trovi, chiamandola proprio al telefono dopo il delitto? Stalking? Anche qui, tutto da dimostrare, nel periodo fra settembre 2013 e settembre 2014. Ma per un anno e mezzo Manuela Cacco, che è descritta piena d’odio nei confronti della Noventa, non ha più fatto alcuna azione persecutoria fino al giorno del delitto cioè a gennaio 2016? Insomma Manuela Cacco è stata considerata credibile soltanto per alcuni aspetti che fanno comodo all’accusa. Sono dell’idea che una persona o è credibile o non lo è».
Alessandro Abbadir
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