Nessuna perizia in 18 mesi medico legale denunciato

Esposto dei genitori di una bimba che aveva patito un’asfissia durante il parto «Consulto pagato duemila euro, ma niente relazione. Vogliamo la verità»
Di Alessia De Marchi
POSSAMAI MESTRE: L'OSPEDALE VILLA SALUS..22/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE
POSSAMAI MESTRE: L'OSPEDALE VILLA SALUS..22/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE

Una mamma e un papà a caccia della verità, una bimba con una gran voglia di crescere messa a dura prova da un parto difficile, un medico legale incaricato dal giudice di redigere una perizia che visita la piccola, incassa la parcella e poi non produce neppure una riga. Il tutto ha inizio - e purtroppo non ancora fine - in un’aula del tribunale di Venezia il primo giugno di due anni fa. A.P., mestrina di 43 anni, tramite il suo avvocato Matteo Mion si è rivolta alla giustizia per tentare di capire cosa sia successo a mezzogiorno del 25 gennaio 2011 quando, in una sala parto della clinica Villa Salus veniva alla luce la sua bimba. Un primo contatto con il mondo non certo facile per la piccola: un’asfissia alla nascita le ha complicato il presente e reso difficile il futuro.

Il giudice del tribunale di Venezia, davanti alla quale la mamma ha portato chi l’ha assistita al momento del parto, ha affidato a un ordinario di medicina legale di Ferrara il compito di redigere una perizia. Centoventi giorni, quattro mesi dal primo giugno 2012, per stabilire le cause dell’incubo vissuto dai genitori e dalla loro piccina. Il medico presta il giuramento di rito. Trascorre l’estate e il 14 settembre dello stesso anno, mamma, papà e bimba sono a Ferrara per il consulto, «subito pagato con un assegno di duemila euro».

Passano i mesi, arrivano le nuove udienze, ma il medico incaricato rinvia di volta in volta la consegna della sua perizia. «Ha chiesto varie proroghe», racconta la mamma, «e, di conseguenza, il giudice ha riaggiornato l’udienza».

Un tira e molla iniziato il 18 gennaio 2013 e andato avanti fino allo scorso 20 dicembre quando è stato revocato l’incarico al professore di Ferrara con l’ordine di restituire la somma versata dai genitori con gli interessi maturati. Mamma e papà non hanno visto un euro, ma non è tanto il mancato ritorno dei duemila euro pagati a provocare la loro rabbia. Certo, i soldi servono, specie quando per regalare un futuro meno incerto alla tua piccola devi investire ogni giorno in cure e terapie.

Quello che brucia di più è però il «non sapere ancora oggi cosa sia accaduto al momento della nascita della nostra piccola» e il sentirsi prendere in giro da un «esimio professore che, dopo un anno e mezzo, non ha trovato il tempo per redigere la sua perizia». «Una vergogna», sbotta la mamma. «Come è possibile che si accetti un incarico, si giuri davanti a un giudice, si incassino i soldi e poi non si faccia nulla? Com’è possibile che una mamma e un papà non abbiamo risposte a domande legittime? Com’è possibile che, se sono stati commessi errori, chi ne è responsabile continui a non riponderne?».

Domande che rimangono senza risposta. E intanto la lenta macchina della giustizia si rimette in moto con la nomina di un nuovo consulente, altri mesi di attesa, altre visite, altre udienze, altri soldi, «senza tener conto di tutti quelli che stiamo spendendo da tre anni in fisioterapia e logopedia».

Con tanta rabbia in corpo e con tutto l’amore di una mamma per una figlioletta sfortunata, A.P. lo scorso febbraio ha denunciato l’ordinario di medicina legale dell’Università che non ha adempiuto al suo incarico. Un esposto alla Procura di Venezia, nella speranza che la giustizia ripaghi i giorni pieni e le notti insonni di due genitori e punisca «chi non ha rispetto per noi e la nostra bimba».

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