"Nessuna guerra di religione, Dio è amore e tolleranza"
MESTRE. “Una guerra di religione, una nuova crociata o una jihad, è un enorme controsenso: Dio è amore e tolleranza, fomentare odio e violenza in suo nome è assurdo e contrario ai principi fondamentali di ogni confessione”: fianco a fianco, sotto l'ampia e moderna navata della chiesa della Santissima Resurrezione, a Marghera, sacerdoti cattolici e imam musulmani domenica mattina hanno parlato con una sola voce contro ogni atto di terrorismo, condannando fermamente l'escalation di sangue e rabbia che in queste settimane sta mettendo in ginocchio l'Europa; in una domenica storica, infatti, le comunità islamiche di tutta Italia sono state invitate a messa per un incontro fraterno con i fedeli cristiani, e nel Veneziano ad aprire le porte della sua parrocchia è stato proprio don Nandino Capovilla, responsabile della congregazione del quartiere Cita.
Prima della funzione vera e propria, prima del segno della croce e dei riti introduttivi, davanti all'altare sono stati perciò chiamati i rappresentanti del centro culturale di Marghera e di quello mestrino (quest'ultimo specifico dei cittadini bengalesi), gli imam Hamad Mahamed e Islam Habibul, affiancati dal presidente della comunità musulmana veneziana, Mohamed Amin Al Ahdab: “Quello che è successo in Francia non è l'islam, nel Corano è scritto chiaramente di non insultare o combattere le altre religioni – hanno ricordato i due sacerdoti – il fatto poi che a venire assassinato sia stato un prete particolarmente aperto e disponibile nei confronti dei nostri confratelli ci addolora doppiamente”.
Dopo aver recitato assieme una preghiera ad alta voce e rievocato i recenti inviti alla tolleranza di Papa Francesco, musulmani e cattolici si sono scambiati a vicenda due vassoi carichi di datteri, come gesto simbolico per evidenziare i molti punti di contatto tra le due religioni: il frutto delle palme africane e asiatiche, infatti, è presente sia nella Bibbia cristiana che nelle parole del Profeta e questa mattina è perciò diventato emblema di reciproca accoglienza.
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