«Nessuna aggressione dietro la morte di Claudio»

L’autopsia sul corpo dell’uomo deceduto a Padova dopo l’operazione alla spalla La famiglia: «La causa sta in un’embolia o distacco di una vena dopo l’intervento»
Di Alessandro Abbadir

CAMPAGNA LUPIA. «Dagli esami fatti sul corpo appare chiaro che l’ipotesi di una aggressione nei confronti di Claudio Favaro, morto in ospedale a Padova la scorsa settimana, è completamente da escludere». A dirlo dopo l’autopsia di ieri è l’avvocato Manuela da Ruos legale incaricato dalla famiglia Favaro a far chiarezza su una vicenda che se ora sembra escludere percosse o maltrattamenti, apre una serie di interrogativi su cosa sia effettivamente successo.

Claudio Favaro era stato ricoverato e nella notte tra lunedì e martedì di una settimana fa e poi è morto. Abitava in via Toti 2 a Campagna Lupia, era un operaio edile dell’azienda Mantovani e a detta di tutti non aveva mai avuto problemi con nessuno.

Intanto arrivano anche delle indiscrezioni da parte dei familiari: «Il medico che abbiamo incaricato per compiere l’autopsia autorizzata dalla Procura di Padova», spiega la sorella della vittima, Katia Favaro, «ci ha spiegato che fra le cause più probabili legate alla morte di mio fratello ci sarebbe una possibile embolia o la rottura di una vena che si sarebbero verificate dopo l’intervento al tendine per il quale era stato ricoverato. Insomma una emorragia interna che ha provocato il decesso».

La sorella di Claudio vuole andare fino in fondo. «Ora voglio sapere perché in ospedale hanno voluto dar credito alla possibilità che si sia trattato di un’aggressione», dice la sorella Katia, «mio fratello era in ospedale per un intervento di routine non era certo tale da potergli causare la morte. Quello che ci ha riferito l’ospedale non ci ha mai convinto. L’ospedale non era intenzionato a fare una autopsia, nonostante ci abbiano riferito che mio fratello avrebbe detto di essere stato aggredito».

I risultati definitivi dell’autopsia arriveranno solo fra un mese, ma intanto qualche domanda in più è d’obbligo. «I medici», si chiede Katia, «hanno preso tutte le precauzioni prima e dopo l’operazione al tendine, visto che mio fratello soffriva notoriamente di ipertensione?».

L’avvocato Da Ruos però aspetta tutti i risultati dall’autopsia per dare un giudizio: «Con i risultati dell’autopsia – dice – potranno essere fatte delle valutazioni precise che in questo momento non si possono confermare con certezza».

Claudio lascia, oltre alla sorella Katia, il fratello Roberto. I funerali si terranno nella chiesa di San Pietro di Campagna Lupia probabilmente giovedì.

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