«Nessun rischio dai vaccini»
SANTA MARIA DI SALA. «La sospensione dell’obbligo vaccinale in Veneto non è stata fatta perché le malattie sono scomparse e non vi sia il rischio di un loro ritorno». In ogni caso la libera scelta si è rivelata un flop clamoroso. Messaggio forte e chiaro alla Regione: il Veneto, dopo che nel 2008 ha tolto l’obbligo alle vaccinazioni pediatriche, è passato dall’essere primo della classe al terzultimo posto in Italia per copertura e oggi è una delle regioni più a rischio per il ritorno di malattie come difterite, polio e morbillo.
L’allarme è stato lanciato di nuovo mercoledì nel convegno dell’Asl 13 al teatro di Santa Maria di Sala. Schierati i maggiori esperti del territorio, per una controffensiva scientifica al dilagare di bufale, speculazioni e disinformazione. «Il Veneto è l’unica regione ad aver abolito l’obbligo e a conti fatti è stato un flop», afferma Donatella Campi, del servizio vaccinale dell’Asl 13, «con l’abbassamento della copertura che ha provocato, malattie come la polio si possono ripresentare da un momento all’altro. Ci stiamo dimenticando i rischi che si sono corsi in passato». Decisione presa all’epoca per favorire la scelta consapevole dei genitori, oggi però sta diventando un problema di fronte al dilagare, favorito anche da Internet, di teorie antivaccinali senza alcun fondamento.
«I vaccini possono comportare rischi come tutti i farmaci», spiega il pediatra Ezio Frison, «ma in pediatria sono le sostanze più sicure, perché pensate per soggetti deboli. Addirittura i nati prematuri, che erroneamente si pensa siano più vulnerabili ai vaccini, ne hanno invece più bisogno, perché mancano delle difese che si ricevono dalla madre nelle ultime settimane di gestazione».
Ma cosa temono i genitori che scelgono di non vaccinare i figli? «Purtroppo oggi dilagano false credenze, tutte smontate dalla scienza», spiega Anna Licursi, della Pediatria dell’Asl 13, «i vaccini non causano autismo, né malattie autoimmuni, non sono associati alla sclerosi multipla e non c’è alcuna correlazione con la morte in culla». Non bastasse la scienza medica, c’è la statistica: dal 2010 al 2013 il servizio di farmacosorveglianza dell’Asl 13, su 175.083 vaccini eseguiti ha ricevuto 38 segnalazioni di eventi avversi, poco più di due ogni 10 mila casi. Si è trattato di gonfiori, arrossamenti, prurito e febbre alta, solo in tre casi di convulsioni e uno di scarsa reattività momentanea. Tutti risolti nelle ore e nei giorni seguenti, senza conseguenze permanenti.
«L’Asl 13 spende ogni anno un milione e mezzo di euro per i vaccini», conclude Flavio Valentini, responsabile del Dipartimento di prevenzione, «non ce lo fa fare nessuno di aumentare la loro somministrazione se il motivo fosse economico».
Nessun business nemmeno da parte delle lobby farmaceutiche: il Sistema sanitario nazionale spende per i vaccini appena l’1,4% sulla spesa totale dei farmaci. Come 5 caffè all’anno per cittadino. Molto meno, per esempio, dei comuni antiacidi o ipertensivi.
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