«Nessun passo indietro la trattativa prosegue»
VENEZIA. Il contratto di compravendita non c’è, la decisione finale su come «proseguire la trattativa per l’acquisto» è rimandata alle risultanze del tavolo tecnico in corso, ma a tensione resta alta attorno al contestatissimo progetto del rettore di Ca’ Foscari di vendere Ca’ Cappello, Ca’ Bembo e palazzo Cosulich alle Zattere per acquisirne uno nuovo, dove riunire in un unico polo linguistico, i due dipartimenti.
«Rispetto al completamento del campus umanistico-linguistico, non c'e' alcun passo indietro», interviene il rettore Carlo Carraro, «stiamo solo seguendo quanto stabilito fin dall'inizio: un processo democratico di consultazione per verificare se la soluzione che abbiamo proposto sia davvero nell'interesse dell'ateneo. Sono in corso quindi i tavoli tecnici che abbiamo attivato per valutare nello specifico come può avvenire il trasferimento dei dipartimenti di lingue nel secondo palazzo di Malcanon Marcora' e a Ca' Bernardo. Al termine di questo lavoro avremo tutti gli elementi per valutare in che modo proseguire la trattativa per l'acquisto», mette nero su bianco il rettore Carlo, dopo mesi di mobilitazioni e critiche all’ipotizzata vendita, «operazione che per l'ateneo era e resta di grande interesse ma che rimane sospesa fino alla fine del processo di consultazione. L'approssimazione e la fretta con cui alcuni si sono opposti alla proposta dell'ateneo non ha giovato. Noi continuiamo a preferire alle grida e alle lettere sconclusionate, l'analisi accurata della funzionalità e dei benefici per Ca' Foscari tutta di un eventuale acquisto del nuovo palazzo».
Il sempre più folto “fronte del no”, però, non si fida.
«Il rettore resta il giudice unico finale di quest’operazione, per questo - al di là degli annunci sul tavolo unico - continueremo a vigilare contro quest’operazione poco chiara, che vuol vendere al minor prezzo tre palazzi storici in cambio di una nuova “casa” anonima, dove non ci stiamo, come dimostriamo in una dettagliata serie di osservazioni che abbiamo sottoposto al prorettore Stocchetti», commenta il professore Guglielmo Cinque, tra i 162 docenti contrari all’operazione, «anche se ora spunta la disponibilità di Ca’ Bernardo, a parità di docenti e biblioteche, ma con il doppio degli studenti, saremmo in metà spazio di Lettere, con le biblioteche ridotte in spazi troppo bassi. Non è poi solo questione di metri quadri: la cultura e l’educazione devono avere spazi di qualità, all’altezza». «Non ci fidiamo neanche un po’», chiosa il professor Zipoli, «sono posizioni che ha già espresso: quando il rettore vorrà finalmente incontrarci, gli sottoporremo le nostre osservazioni». «Come partecipanti al tavolo tecnico siamo molto preoccupati», commenta Ilaria Gervasoni, rappresentante degli studenti, «perché il prorettore ha già detto che si potranno valutare solo le dimensioni e non gli standard di qualità della didattica. Così, ad esempio, non ci sarebbe posto per gli istituti privati che ospitiamo e che garantiscono la certificazione per cinese e giapponese. E poi il clima è sempre molto teso, non è costruttivo: la convocazione per lunedì del tavolo è stata rinviata a data da destinarsi in attesa di non definite analisi da parte degli uffici. Da studenti, come possiamo fidarci delle rassicurazioni del rettore, se lui stesso prima ha detto che non avrebbe denunciato gli studenti che lo hanno contestato e subito dopo ha presentato un esposto contro ignoti?». Più positivi, anche se all’erta, i rappresnetanti dei lavoratori. «Aveva detto che vendeva e ora rinvia al parere del tavolo tecnico: comunque è un passo avanti importante», commena Alessandro Busetto, della Rsu, «ma certo è stata un’operazione spregiudicata: la mia impressione è che alla fine non venderanno, perché si sono accorti di avere fatti i conti sbagliati. Certo siamo molto perplessi e all’erta».
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